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Emergono nuovi elementi sul caso di Ciro Grillo, accusato di aver violentato una ragazza insieme a tre suoi amici, in attesa dell’udienza preliminare in programma venerdì 5 novembre: l’esperto nominato dalla difesa di Silvia, la ragazza che ha denunciato lo stupro di gruppo, ha affermato che “non è possibile escludere l’uso della droga dello stupro, prima o in associazione con l’alcol“.
Nella consulenza medico legale depositata dall’avvocato Giulia Buongiorno (che difende la presunta vittima) a Tempio Pausania, il professor Enrico Marinelli ha spiegato come queste sostanze siano particolarmente insidiose perché costituite da liquidi inodori e incolori e facilmente mescolabili alle comuni bevande, anche non alcoliche, senza che la vittima se ne possa accorgere.
Si tratta della prima volta dall’inizio delle indagini che compare, sia pure in linea teorica e in un documento di parte, l’ipotesi dell’utilizzo della droga dello stupro mai avanzata dagli inquirenti.
Il consulente ha ipotizzato che Silva possa averla assunta ragionando sul blackout legato all’assunzione di alcol, “un’amnesia senza la perdita di coscienza e la capacità di compiere azioni complesse come conversare, guidare, avere rapporti sessuali e perfino uccidere“.
Mentre gli accusati hanno sostenuto che la ragazza fosse consenziente, lei ha sempre raccontato di essere stata costretta a bere da una bottiglia un cocktail di vodka e lemonsoda poco prima della violenza di gruppo.
Secondo il professore, che ha calcolato il livello di alcolemia basandosi su tabelle e indicazioni scientifiche, “non può aver espresso un valido consenso al rapporto di gruppo poiché l’alcol scemava grandemente la sua capacità decisionale e annullava la sua capacità di autodeterminazione“.
In più, l’esperto ritiene che sia presumibile con alto grado di probabilità che i presenti fossero tutti coscienti della sua temporanea incapacità di autodeterminazione.