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Avere talento a volte può essere una tortura.
Lo avrà sicuramente pensato la piccola Clara Schumann, costretta alle rigide regole del padre che voleva renderla a tutti i costi una pianista di successo. Nonostante l’infanzia difficile, la sua passione l’ha accompagnata fino alla morte. Scopriamo la sua storia e il suo percorso artistico.
Clara Josephine Wieck Schumann è stata una pianista e compositrice tedesca del XIX secolo. Cresce dimostrando di avere una personalità forte nonchè una vera vocazione per la musica.
Viene incoraggiata dalla famiglia, da sempe appassionata di varie forme d’arte, e così inizia a studiare da piccolissima.
La madre infatti offre lezioni di pianoforte e canto e per i primi anni sembra tutto piacevole in casa Wieck. I contrasti tra i genitori si fanno però sempre più accesi e i due divorziano quindi nel 1825. Marianne, la madre, si risposa qualche mese dopo con l’insegnante di musica Adolph Bargiel, mentre il padre, Friedrich, si risposa con una donna molto giovane.
Nonostante la separazione segue attentamente la figlia e comprende il suo talento e fa di tutto per direzionare le sue energie verso la musica, a volte anche a discapito della serenità della piccola.
Il suo metodo rende Clara una giovane concertista di successo, ma lascia un trauma alla bambina. Friedrich la accompagna sempre in tournée e organizza tutto in maniera puntigliosa, ma Clara nel frattempo ha solo dieci anni e già si esibisce in concerti a quattro mani in numerose città.
Solo una volta avvenuto il distacco tra i due riesce a diventare autonoma e scegliere, per esempio, il suo repertorio, attingendo ai brani di Beethoven e Bach.
Nel 1840 un altro uomo entra ufficialmente nella sua vita: Robert Schumann. Riesce a sposare l’allievo del padre dopo cinque anni di amore, all’età di 21 anni e comunque contro la volontà genitoriale. Il loro matrimonio inizialmente è sereno e tranquillo, ma negli anni a venire si rivela complesso per Clara che deve prestare assistenza a un uomo che inizia a soffrire di amnesie e depressione.
Nel 1854 Robert viene internato in un manicomio di Endenich e due anni dopo decede.
Dopo la morte del marito Clara si dedica ad onorarlo suonando principalmente sue composizioni, sebbene queste non ottengano grande supporto dalla critica inglese, dove si esibisce. Attraverso un repertorio diverso riesce però a guadagnarsi il sostegno del pubblico tornando ciclicamente in Inghilterra per diversi concerti.
Nel corso degli anni ’70 le sue esibizioni si fanno sempre più rare visto il suo affaticamento.
La medicina moderna oggi parlerebbe di sindrome da sovraccarico che colpisce i musicisti che suonano quanto era solita suonare lei. Nel 1878 ottiene la cattedra di pianoforte alla Hochschule fur Musik di Francoforte portando grande innovazione alla tecnica pianistica. Si esibisce poi un’ultima volta nel 1891 e si spegne cinque anni dopo per un ictus.