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Nella prossima puntata di Seconda Vita, programma ideato e condotto da Gabriele Parpiglia, Claudia Galanti racconterà come la morte della sua piccola Indila abbia cambiato la sua intera esistenza.
La modella paraguaiana ha anche confessato che se potesse tornare indietro darebbe l’autorizzazione per l’autopsia, cosa che in passato ha negato.
Claudia Galanti, ospite della prossima messa in onda di Seconda vita, ha raccontato a Gabriele Parpiglia come è cambiata la sua esistenza dopo la morte della piccola Indila. La bambina, la terzogenita avuta dall’ex marito Arnaud Mimeran dopo Liam di 8 anni e Tal di 7, è scomparsa nel mese di dicembre del 2014 quando aveva soltanto 9 mesi.
All’epoca, come causa del decesso, venne detto che la piccola era morta nel sonno per soffocamento. Claudia, a distanza di quasi 5 anni da quel terribile momento, ha raccontato: “Quando Indila è deceduta, io ho detto no all’autopsia. Oggi ho capito di aver sbagliato. Qualcosa non mi è chiaro. Questo pensiero mi tormenta tutte le notti. Mi tormenta sempre”. Ad oggi, Claudia vive a Parigi con i due figli e l’ex marito Arnaud Mimeran è in carcere.
In questi anni, la Galanti ha riflettuto molto sulla perdita della sua adorata bimba e ha capito di aver sbagliato a negare l’autopsia perché qualcosa non la convince. La modella paraguaiana ha aggiunto: “Io non vivo, ma sopravvivo. Il mio ex compagno (Arnaud Mimeran, ndr) è in carcere. In Francia non sono Claudia Galanti ma l’ex donna di un detenuto. Andare in giro significa abbassare lo sguardo per paura della gente”.
I primi momenti successivi alla perdita di Indila sono stati terribili, ma ancora oggi non è semplice andare avanti e se lo fa è solo per Liam e Tal che hanno bisogno di lei.
Il dolore che prova un genitore che perde un figlio è inspiegabile e solo chi lo ha vissuto può comprenderlo appieno. Può sembrare un luogo comune, ma è la pura verità. Claudia ha ammesso che in questi anni lei non ha vissuto, ma ha cercato semplicemente di portare a termine le giornate. La Galanti ha dichiarato: “Ho vissuto prendendo farmaci ogni giorno. Anche sette, otto pillole. Ho pensato di diventare pazza.
C’è stato un momento in cui non parlavo più. Poi la cucina per un po’ mi ha salvato e l’amore per i miei figli mi ha fatto alzare dal letto. Ma ricado, ricado ancora, sempre. Il pensiero, il colpo di Indila mi tormenta”. La cucina è stata molto importante per la modella paraguaiana e, anche se non l’ha aiutata a mettere il dolore da parte, cosa impossibile, le concede di ‘andare avanti’.
Poco dopo la morte della piccola Indila, la Galanti descrisse così l’arrivo della terribile notizia: “Ho ricevuto una telefonata dalla sorella di Arnaud all’aeroporto. Mi dice che era morta e che dovevo tornare a Parigi immediatamente. Con lei abbiamo chiarito, ma come si può telefonare a una madre e dire: ‘Tua figlia è morta’. Avrei preferito altri modi… Ho rischiato di perdere anche il funerale della mia bambina. Ho rotto tutto e la security mi aveva persino legata.
Ero con due amiche e grazie al pilota che ha accettato di farmi salire sull’aereo ho potuto prendere il volo. Ero completamente legata perché pensavano che avrei fatto cadere l’aereo e non avevano tutti i torti”. La Galanti ha avuto e continua ad avere una forza davvero indiviabile.