Scompare un grande protagonista della cultura italiana
Claudio Abbado si è spento a 80 anni a Bologna, dopo una lunga malattia che lo aveva costretto al ritiro dalla vita pubblica.
Nato a Milano il 26 giugno 1933 in una famiglia dedita al culto della musica classica (il padre insegnante di violino, la madre pianista), Abbado è stato uno dei grandi protagonisti della vita artistica del Paese, e da circa un anno anche di quella politica, in seguito alla nomina a senatore a vita da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Diplomatosi nel 1955 in composizione, pianoforte e direzione d’orchestra, nel 1963 vinse il prestigioso premio Mitropoulos assegnato dalla New York Philarmonic e venne invitato da un altro gigante come Von Karajan a dirigere la Wiener Philarmoniker (di cui poi divenne direttore nel 1971) al Festival di Salisburgo.
Abbado debuttò al Teatro alla Scala nel 1960, presso il quale venne ingaggiato come direttore artistico nel periodo tra il 1968 e il 1986. Non si rivelò un incarico semplice, in quanto le scelte di rinnovamento della programmazione subirono dure critiche da parte dei conservatori, legati ancora a logiche di pura riproposizione filologica di una tradizione oramai incancrenitasi, mentre Abbado tendeva al recupero di autori e opere poco rappresentate. La contestazione arrivò persino al famoso episodio del dicembre del 1968 del lancio di uova marce.
Tra le innovazioni apportate dal maestro segnaliamo l’istituzione, nel 1972, dei Concerti per studenti e lavoratori, un modo per rendere più vicino il mondo della lirica e della musica classica agli strati sociali con minori possibilità economiche. Il rapporto con Milano col tempo si deteriorò, almeno fino a quando non avvenne il ritorno grazie a una curiosa proposta: un cachet costituito da 90mila alberi da piantare lungo tutta la città (patto poi effettivamente accettato dal sindaco Letizia Moratti nel 2009).
Alla guida dell’orchestra Staatsoper di Vienna dal 1986 al 1991 e della celeberrima Philarmoniker di Berlino dal 1989 al 2002, alla sua ultima esibizione venne omaggiato da un omaggio floreale, con il lancio di ben 4mila fiori sul palco da parte del pubblico accorso a salutarlo.
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