Claudio Amendola si è raccontato di recente in una lunga intervista a Dagospia. L’attore e regista romano ha ripercorso la propria carriera con un occhio di riguardo al suo ultimo lavoro: il personaggio dell’ispettore Carlo Guerrieri nella serie Nero a Metà. Tra le rivelazioni inaspettate, il racconto delle molestie subite da ragazzo, quando era al principio della sua carriera attoriale.
Claudio Amendola e il MeToo
Claudio Amendola ha incarnato per anni, nel corso della sua lunga e apprezzatissima carriera, il modello del maschio alfa: deciso, forte, di maniere spicce e allergico alle formalità, gentile ma duro quando serve. Per questo motivo, e probabilmente per il grande sorriso contagioso che lo accompagna in ogni apparizione pubblica, è piuttosto difficile concepire che un giorno, molti anni fa, Claudio Amendola è stato vittime di molestie.
Sui dettagli delle molestie subite da ragazzino, Amendola non ha voluto naturalmente fornire dettagli. Ha solo accennato, brevemente, che una donna ha abusato della sua posizione di potere per approfittare di lui.
Sono stato molestato anch’io. Ho iniziato a lavorare da giovane, all’epoca ero un bel ragazzetto. Una donna più grande approfittò del suo potere per saltarmi addosso, e io che dovevo fare? Ce so’ stato.
Nella semplicità del racconto dell’attore romano c’è una sorta di agghiacciante sentimento di normalità: anche dal punto di vista maschile le molestie sul lavoro nell’ambito dello spettacolo e i rapporti sessuali utilizzati come merce di scambio, anni fa come oggi costituivano una prassi consueta.
Sono dalla parte delle donne, qualunque denuncia è sacrosanta. Ma bisogna educare i maschi a rispettare l’ altro sesso. E lo dice uno che ne ha viste tante: uomini molestatori e donne all’assalto degli uomini.
Nero a Metà o con Salvini? La politica per Amendola
Nero a Metà la serie televisiva poliziesca che occuperà la programmazione di Raiuno per sei serate a partire da oggi 19 Novembre. La serie si articola in dodici episodi che saranno trasmessi a coppie e che narreranno le vicende di Carlo Guerrieri, ispettore di polizia costretto a lavorare a strettissimo contatto con un secondo di origine africane. Dopo l’iniziale diffidenza nei confronti del proprio collega di colore, il rapporto tra i due cambierà, trasformando un poliziesco in una storia di convivenza e integrazione.
Proprio in merito alla convivenza con gli immigrati in una città difficile e gigantesca come Roma, dopo una dichiarazione di Amendola è nato un piccolo caso. L’attore è sempre stato dichiaratamente di sinistra e non ha mai fatto mistero delle proprie simpatie politiche. Non troppo tempo fa però espresse un sincero apprezzamento per Matteo Salvini, affermando che il segretario della Lega e attuale Ministro degli Interni fosse un buon politico.
Considerando anche la sua partecipazione a lavori che trattano in maniera originale il tema dell’integrazione razziale, la considerazione di Amendola è sembrata stridente con il suo atteggiamento politico e professionale. L’attore ha spiegato che la sua si trattava di una mera considerazione oggettiva, supportata dai fatti e dai dati elettorali, ma che di certo non si spingeva ad approvare l’ideologia leghista.