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Claudio Marchisio assieme a sua moglie è stato vittima di una rapina a mano armata che si è svolta nella casa di Vinovo in provincia di Torino, dove la coppia vive assieme ai figli.
Ad alcuni giorni dal fatto arrivano via Instagram le dichiarazioni del giocatore, che si scaglia contro la strumentalizzazione della notizia.
Mentre i cinque rapinatori che si erano introdotti in casa sua puntavano la pistola alla tempia di sua moglie Claudio Marchisio ringraziava il cielo per il fatto che i suoi due bambini non fossero in casa.
L’episodio si è risolto con una grande paura e con un significativo danno economico ma per fortuna né Claudio né sua moglie Roberta sono rimasti feriti.
Nonostante questo la vicenda ha avuto una grande eco su internet e soprattutto sui social, dove gli utenti hanno cominciato a ironizzare sulla vicenda dando voce a commenti razzisti e inneggianti all’odio che hanno dato molto fastidio al giocatore della Juventus.
Nei suoi ultimi post infatti il trentatreenne ha invocato una maggiore maturità nell’utilizzo del web e soprattutto ha chiesto alle istituzioni di garantire una maggiore sicurezza attraverso l’eliminazione delle diseguaglianze sociali che spingono i poveri ad agire direttamente e in maniera violenta contro coloro che conducono uno stile di vita più agiato:
Non giustifico chi fa questo, ma penso: chi sta male, chi ha fame, non ha paura e può anche arrivare a fare ciò. Sono cose che accadono da tutte le parti, perché la differenza tra ricchi e poveri è ovunque. Servono leggi che garantiscano più sicurezza, ma attenzione, garantire la sicurezza significa eliminare certe disuguaglianze, far rispettare le leggi, sostenere il lavoro delle forze dell’ordine, creare voglia di legalità.
Tornando alla rapina, secondo il giocatore della Juventus i social avrebbero potuto rappresentare una fonte preziosissima di informazioni grazie alle quali i rapinatori hanno potuto studiare le abitudini della famiglia e introdursi in casa indisturbati mentre non c’era nessuno.
I bambini della coppia erano infatti impegnati negli allenamenti di calcio quando è stata commessa la rapina e i due genitori, appena ritornati a casa, hanno trovato i rapinatori ad attenderli.
I malviventi erano convinti che in casa Marchisio fosse custodita una cassaforte e hanno insistentemente chiesto al calciatore di aprirla. Sfortunatamente per loro non c’era alcuna cassaforte e i ladri hanno dovuto accontentarsi di raccogliere in giro per l’intera abitazione gli oggetti più preziosi.
Se la rapina si è conclusa senza episodi violenti o traumatici il merito va anche al sangue freddo della coppia, che non ha perso il controllo dei nervi anche quando si è resa conto che le due pistole con le quali i rapinatori stavano minacciano le loro vittime erano vere.
È stata tosta, perché due pistole vere non le avevo mai viste e stavolta le avevamo puntate alla testa, ma siamo riusciti a restare lucidi