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Chi è stato in Giappone almeno una volta magari lo sa: nel paese del Sol Levante esistono dei distributori automatici in grado di dispensare qualsiasi oggetto, dai vestiti puliti ai sex toys, fino alle mutandine usate da ragazze giovani e attraenti.
Il desiderio di acquistare biancheria femminile già indossata non è una fantasia squisitamente nipponica: esistono uomini di ogni età, etnia ed estrazione sociale pronti a pagare volentieri un paio di slip non lavati appartenenti a una bella donna. Un capo intimo è un richiamo sensuale molto forte, che alcuni uomini utilizzano per masturbarsi o semplicemente per eccitarsi attraverso i feromoni da esso sprigionati.
La domanda di slip femminili usati offre l’opportunità di creare un’offerta: molte ragazze, magari approfittando dei vari lockdown e quarantene, hanno pensato bene di arrotondare lo stipendio vendendo la propria biancheria intima online. Ma in che modo è davvero possibile far ingranare gli affari?
In genere la vendita di intimo usato non costituisce un lavoro a tempo pieno, ma è un ottimo modo per generare dei guadagni extra. Una venditrice vende circa otto capi di biancheria al mese, con un prezzo che può variare dai 10 fino ai 70 euro al pezzo (con una media di circa 25 euro).
Solo le personalità di internet più famose (come streamer, influencer o cam girl ) possono permettersi di alzare i prezzi oltre una certa soglia, facendo leva sui sentimenti che i fan provano per loro; la maggior parte delle venditrici, soprattutto quelle che tendono a preferire l’anonimato, deve accontentarsi di prezzi più ridotti (almeno all’inizio).
Dal guadagno lordo, bisogna sottrarre le eventuali tasse di vendita e/o commissioni, le spese di spedizione del prodotto e ovviamente le spese effettuate per l’acquisto della biancheria.
Prima di gettarsi a capofitto nella vendita, è necessario scegliere una piattaforma trafficata che possa agevolare i contatti coi clienti.
Solo le influencer con molti follower possono permettersi di utilizzare un sito personale per la vendita, anche se in caso di guadagni ingenti potrebbe essere necessario aprire la partita IVA. Per una donna normale, vendere slip usati sui forum o sui social, anziché su un sito apposito, è difficile e talvolta persino pericoloso; senza un sito alle spalle, è facile imbattersi in messaggi molesti, foto oscene e proposte indesiderate.
La maggior parte degli appassionati di intimo usato preferisce rivolgersi a piattaforme già affermate e note, così da avere più garanzie sulla merce, ma non solo: i siti specializzati fungono anche da punto d’incontro per venditori e clienti accomunati dagli stessi feticismi, creando di fatto un ambiente sicuro in cui potersi esprimere senza il rischio di prendersi una fregatura.
Alcune piattaforme chiedono una piccola tassa di vendita agli aspiranti venditori, come Sofia Gray, che offre diversi pacchetti destinati a ogni tipologia di venditore (uomini inclusi). Inoltre, non sono richieste commissioni sulle vendite mensili.
Prima di scegliere una piattaforma, è bene esaminare nel dettaglio tutte le possibilità che questa ha da offrire ai suoi venditori/clienti: solo le donne sono autorizzate a vendere? Ci sono degli spazi per uomini, persone transessuali e persone plus size? Cosa cerca la maggior parte dei clienti? È possibile vendere anche altri capi d’abbigliamento, come collant e reggiseni?
Per ottenere il massimo profitto, è necessario attirare il maggior numero possibile di clienti. Per farlo, bisogna creare un profilo sexy e attraente, proprio come si farebbe in un sito d’incontri. La venditrice deve specificare nome, età e provenienza geografica (soprattutto se vuole attrarre i clienti con una certa preferenza) e particolarità dei propri prodotti.
La foto profilo, come in un’app di dating, è ciò che maggiormente attirerà lo sguardo del cliente. Ciascuno preferirà acquistare le mutandine di una ragazza che reputa attraente, perciò la scelta migliore è usare degli scatti che non mostrino né il viso, né il corpo completamente nudo, ma una sensuale via di mezzo. In particolare, le foto con indosso la lingerie da vendere possono essere un ottimo compromesso, a patto che la qualità complessiva dello scatto sia buona.
Il profilo dev’essere un trionfo di sensualità, giocosità e flirt: bisogna essere disposti anche a flirtare un po’ coi clienti, così da stuzzicare la loro curiosità e il desiderio di acquistare. Il nome del negozio non deve essere troppo generico, ma misterioso e indicativo del tipo di prodotto venduto.
Ogni cliente ha le proprie preferenze personali, ma molti si divertono a curiosare nei negozi in cerca di qualcosa (o qualcuna) che attiri l’attenzione o che rientri in una specifica categoria. Per questo motivo, è sempre buona regola variare gli articoli in vendita non solo in base all’aspetto estetico (variando tra forme, tessuti e consistenze), ma anche in base al “profumo” del prodotto o al modo in cui è stato ottenuto.
Le mutandine possono essere indossate per pochi giorni, oppure per periodi di tempo più lunghi (cosa che ne fa salire il prezzo). Per aggiungere un tocco extra, che alcuni clienti non solo apprezzano, ma ricercano attivamente, è possibile tenere indosso le mutandine durante il sesso, la masturbazione, l’esercizio fisico, il periodo mestruale, la minzione, ecc. È bene specificare queste caratteristiche nella descrizione del prodotto, così da attirare clienti diversificate.
Alcune venditrice preferiscono preparare la merce in anticipo, altre la confezionano solo al momento dell’ordine: molto dipende dalla richiesta del cliente. In linea di massima, è sempre consigliato inviare solo indumenti intimi perfettamente asciutti per evitare la formazione di muffe, cattivi odori o batteri durante il periodo dedicato alla spedizione.
Per fidelizzare al meglio la clientela, è possibile entrare in contatto coi clienti e inviare loro qualche piccolo omaggio, come uno scatto intimo o un biglietto di ringraziamento scritto a mano. Così facendo, sarà possibile invogliarli a effettuare nuovi acquisti in futuro.