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Dopo due anni di pandemia, con le conseguenti restrizioni, i decreti e la paura del contagio, anche l’inondazione di informazioni che arriva dall’Ucraina sta mettendo davvero a dura prova la salute psicologica di tutti noi, facendoci tornare a vivere in un costante senso di timore ed impotenza.
Come imparare a gestire allora lo stato d’animo generato dal conflitto tra Russia e Ucraina? Proviamo a rispondere in questo articolo.
Sin dallo scoppio ufficiale della guerra in Ucraina, l’Italia così come il mondo intero, si è ritrovata letteralmente sommersa dalle notizie che arrivavano da quei fronti. Dai telegiornali, ai siti d’informazione fino anche ai social network, ad un certo punto, non si sono viste altro che notizie e immagini di guerra.
Sin dall’arrivo delle prime informazioni dell’invasione russa si è verificato anche un particolare fenomeno sperimentato da più persone in tutto il mondo, anche quelle non direttamente coinvolte dal conflitto. In tantissimi infatti hanno iniziato ad avvertire un misto tra ansia costante e profonda tristezza uniti ad un’avvilente sensazione di impotenza.
Una situazione davvero allarmante per la salute mentale delle persone, già provate dalla pandemia. Proprio per questo, in moltissimi, tra esperti del campo dell’informazione e della psicologia si sono mostrati concordi su una cosa: l’importanza di “prendersi una pausa”.
Ma non solo, per cercare di tranquillizzarci rimane comunque estremamente importante non avere timore di condividere i propri dubbi e le proprie domande soprattutto con chi ha competenze e uno sguardo sicuramente più lucido del nostro per analizzare gli eventi.
I mezzi d’informazione hanno un compito molto importante, ovvero quello di tenerci costantemente informati su ciò che sta accadendo nel mondo. È un nostro diritto esserlo e se così non fosse lo Stato stesso verrebbe giustamente accusato di censura.
Per questo motivo, non si può impedire all’informazione di essere diffusa. L’unica cosa che possiamo fare per tutelare la nostra salute mentale da questo bombardamento mediatico allora e allontanarci noi stessi, almeno per un periodo, dalle notizie e dagli aggiornamenti condivisi in ogni momento da chi se ne occupa.
Le notizie continueranno ad esserci, non rischieremo comunque di perderci nulla e potremo tornare ad informarci una volta pronti.
Come dicevamo, il terrore e l’impotenza davanti allo spettro dello scoppio di una possibile terza guerra mondiale hanno alimentato uno stato d’ansia già avviato con l’esplosione della pandemia da Coronavirus.
In un vero e proprio passaggio di testimone tra un nemico invisibile e uno invece ben tangibile.
Proprio quando iniziavamo a pensare a riprenderci la libertà negata dal virus, la musichetta in televisione che preannunciava la slide con tutte le regole da seguire per evitare di essere contagiati, il continuo cambio di decreti e il triste conteggio delle vittime del Covid hanno lasciato spazio agli aggiornamenti costanti su una guerra che mai avremmo immaginato potesse ricapitare e ci ha fatto ripiombare in quel mare di sentimenti negativi da cui, non senza fatica, stavamo cercando di uscire.