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Il diabete è una patologia cronica caratterizzata da un’eccessiva quantià di zucchero nel sangue, che provoca numerose conseguenze secondarie.
Impariamo a riconoscerne i sintomi per individuarlo prontamente.
La comparsa del diabete viene preceduta da alcuni sintomi carattersitici che, se presenti tutti insieme, possono far suonare il campanello d’allarme, che porta a consultare un medico: quello di famiglia o uno specialista. Infatti, il diabete non curato può essere molto pericoloso, dà origine a patologie gravi, fino al caso più estremo che è costituito dalla morte.
La patologia si manifesta quando l’insulina, un ormone che viene secreto da cellule altamente specializzate del pancreas, non viene rilasciato o la sua concentrazione è così esigua che non riesce ad esplicare la sua azione. In questo caso accade che, gli zuccheri che non vengono impiegati subito dal nostro organismo per produrre energia, rimangano nel sangue circolante senza essere immagazzinati per poter essere usati in seguito, quando l’organismo ne avrà bisogno, in fase di digiuno.
La prima conseguenza di tale situazione si ripercuote sui reni, organi deputati a filtrare il sangue per eliminare scorie e sostanze tossiche. In presenza di iperglicemia, risultano essere molto affaticati: per mantenere l’omeostasi corporea cercano di eliminare l’eccesso di glucidi aumentando la diuresi. In passato, infatti, per individuare la presenza di diabete si assaggiava l’urina, se essa era dolce, la patologia era conclamata.
Il primo sintomo del diabete, quindi è la poliuria: un’eccessiva minzione, più di due litri al giorno.
La massiccia perdita di liquidi influenza anche tutti gli altri distretti corporei, infatti il nostro organismo è costituito dal 75% di acqua, distribuita nelle singole cellule dei tessuti. Due sintomi che appaiono in questa situazione sono gli occhi secchi, che non riescono più ad essere lubrificati dalle lacrime e la pelle disidratata, che tende a desquamarsi, producendo scaglie bianche.
Quando l’acqua scarseggia il nostro organismo, con uno stimolo riflesso, ci stimola la sete, inducendoci a bere, in questo caso anche dopo molti bicchieri d’acqua rimane la sensazione di non essersi idratati abbastanza. Si tratta di un altro sintomo distintivo del diabete che si chiama polidipsia.
Altre conseguenze possono essere: un calo di peso improvviso e molto rilevante, accompagnato dalla polifagia, il senso di fame continua e da una stanchezza cronica, che non si placa nemmeno dopo il riposo.
Questa triade, che accompagna spesso la comparsa di diabete, è dovuta al fatto che il nostro corpo non ha abbastanza energia a disposizione per compiere gli sforzi quotidiani. Il suo “carburante” è costituito dallo zucchero accumulato nelle cellule, grazie all’insulina, se questo non c’è il nostro organismo fa incetta di quello che trova.
Un altro sintomo accessorio, dovuto sempre all’eccessiva concentrazione di glucosio nel sangue sono le infezioni, che colpiscono più facilmente un paziente diabetico, la più conclamate è la candida, a livello orale o genitale.
Anche la cicatrizzazione di ferite è influenzata da un’ eccessiva presenza di zuccheri nel sangue, in modo particolare, la velocità di coagulazione verrà rallentata ed i traumi impiegheranno molto tempo per guarire.
Quando si ha il sospetto di essere affetti da diabete: perchè si ha uno o più dei sintomi appena esposti oppure il medico ne fa menzione, la prima cosa da fare è sottoporsi ad un esame di sangue.
Può essere fatto in ospedale o in una clinica privata, in seguito a prelievo, o nelle farmacie e parafarmacie utilizzando un kit per l’autoanlisi, con il quale i risultati sono quasi immediati, dando subito l’idea di quale sia l’entità del problema. Il diabete è conclamato quando la glicemia, in qualunque periodo della giornata, si attesta su valori ≥ 200 mg/dl.
Un’ altra prova che si può fare è qualla di controllare la glicemia a diguno, ad esempio appena svegli o se non si è ingerito niente per un periodo di almeno 8 ore.
In un paziente diabetico il valore sarà maggiore di 126 mg/dl. L’ultimo esame a cui sottoporsi per avere una diagnosi certa è la glicemia fatta con una curva da carico. Si somministra al paziente una quantità nota di zucchero ed in seguito si prelevano campioni di sangue ad intervalli regolari di tempo, se la glicemia mantiene un valore ≥ 200 mg/dl, la diagnosi è quella di diabete.
Esistono però, anche delle situazioni non ben definite, che si potrebbero descrivere come una propensione per la malattia ma questa, in realtà, non è ancora presente.
Si tratta di:
La conseguenza più grave di un diabete agli esordi o non curato è la chetoacidosi, si manifesta perchè le cellule del nostro organismo, in assenza di zuccheri di riserva utilizzano i lipidi, in particolare gli acidi grassi, per produrre energia.
Le molecole di scarto che si genero da queste reazioni si chiamano corpi chetonici, il cui accumulo porta alla chetosi, che spesso è accompagnata anche dall’acidosi, perchè queste molecole portano alla diminuzione dei valori di pH del sangue, che diventa acido. In concomitanza a ciò, viene secreta una maggior quantità di glucagone, un ormone con azione opposta a quella dell’isulina, in grado di stimolare il rilasco di zucchero dai tessuti nel sangue; questo complica ulteriormente la situazione di iperglicemia.
Quando è in corso una chetoacidosi si manifesta anche una sofferenza per i reni ed una disidratazione grave che devono essere curate immediatamnete, portando il soggetto d’urgenza all’ospedale.
Conseguenze accessorie di un diabete non curato sono:
Questo si somma al fatto che nei pazienti diabetici la sensibilità risulta ridotta e quindi possono non accorgersi della presenza di ferite che, se non curate, possono favorire la penetrazione di batteri che, nel caso più grave, possono creare cancrena del tessuto.
questa situazione si può manifestare anche in età non molto avanzata.
Esistono tre principali tipi di diabete. Il diabate mellito di tipo 1 è quello in cui si manifestano maggiormente: l’aumento di diuresi, la sete, il dimagrimento e la stanchezza. Ha un esordio precoce ,si può presentare già nei bambini ed è caratterizzato da un assenza di produzione totale dell’insulina che deve essere somministrata dall’esterno. Si tratta di una malattia autoimmune, dovuta ai nostri anticorpi che riconoscono come dannose alcune sostanze prodotte dal corpo distruggendole.
Può essere di origine genetica oppure dovuta ad un infezione estern, infatti spesso si manifesta in seguito ad un’influenza caratterizzata da febbre molto alta.
Il diabete mellito di tipo 2, ha un’insorgenza non repentina, si presenta con valori di gliciemia alterata, soprattutto nei soggetti dopo i 40 anni. Le cause della sua comparsa sono, solo in piccola parte, genetiche; per la maggior parte derivano da stili di vita non corretti, come obesità e scarsa attività fisica.
Un altro tipo di diabete non molto comune, ma di cui si sente spesso parlare, è quello gravidico che appare durante la gestazione e poi sparisce. Può essere combattuto si può modificare la dieta o utilizzare dei farmaci, facendo sempre frequenti controlli per monitorare lo stato di salute della mamma e del bambino.
La dieta è un elemento molto importante da controllare e bilanciare in modo da massimizzare l’utilizzo dei farmaci. Nei casi meno gravi, come per il diabete mellito di tipo 2, può far guarire o prevenirne l’esordio di questa patologia.
Se si è affetti da obesità rivedere subito le abitudini alimentari, diminuendo i grassi ed i cibi spazzatura ed aumentando: frutta, verdura ed acqua. Per i diabetici è di fondamentale importanza ridurre gli zuccheri semplici, contenuti soprattutto nei dolci invece, sono da consigliare quelli complessi di pane e pasta, meglio se integrali. A questo regime dietetico affiancare sempre attività fisica, almeno due volte a settimana, a seconda dell’ età e della salute si possono praticare differenti tipi di esercizi. Si consiglia di praticare sport aerobici di lunga durata, per almeno 45 minuti e non molto intensi. Non ci si deve recare per forza in palestra per tenersi in forma, vanno bene anche lunghe camminate o passeggiate in biciclatta.
Nel libro:”La dieta antidiabete. Consigli e ricette per combatterlo e prevenirlo” di Elena Meli sono consigliate moltissime ricette per mangiare piatti sfiziosi e variare ogni giorno. E’ una risorsa facile da consultare con disegni e tabelle che danno consigli preziosi su come cucinare il cibo per i diversi tipi di diabete, a seconda della fascia di età ed anche in gravidanza.