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Si fa spesso l’errore di credere che la violenza possa essere solo fisica. Niente di più sbagliato, la violenza può anche essere psicologica e imparare a riconoscerla è molto importante per riuscire ad uscire da una situazione di potenziale pericolo per noi stessi, o per cercare di aiutare qualcuno che conosciamo e che ne è vittima. Tra le varie personalità che caratterizzano gli esseri umani infatti, c’è anche quella del manipolatore affettivo, una figura che è bene conoscere, per poterla evitare.
Come riconoscere un manipolatore affettivo
Il termine “manipolatore affettivo” è usato nel campo della psicologia per indicare quel tipo di persone apparentemente perfette e che sembrano voler dire determinate cose solo per il nostro bene, ma in realtà, spesso le uniche persone a cui tengono sono esclusivamente loro stesse.
La figura del manipolatore affettivo è generalmente legata a quella del partner, ma non esclude anche altre categorie come parenti, amici o addirittura qualcuno nel nostro ambiente di lavoro. Proprio per questa sua tendenza a nascondersi nei comportamenti e nei rapporti più innocui, questa personalità è considerata molto pericolosa.
Senso di colpa e gaslighting
Il manipolatore affettivo applica i propri comportamenti tossici poco alla volta ma costantemente e in questo modo tiene legata a sé la persona a cui sono indirizzati i suoi atteggiamenti, in un continuo loop di sensi di colpa misti a dipendenza e, a lungo andare, gli effetti sulla vittima possono essere davvero disastrosi.
Parlavamo appunto del senso di colpa, uno dei primi campanelli d’allarme. Il manipolatore affettivo infatti, tende a far sentire inadeguata la propria vittima, non mancando mai di sottolineare presunti errori. Un altro aspetto da non sottovalutare è la gelosia, non quella che il manipolatore proverà nei confronti della vittima, ma quella che la vittima proverà nei confronti del manipolatore che si farà vedere perennemente circondato da attenzioni, per poi attuare la pratica del gaslighting, ovvero la manipolazione psicologica attraverso cui convincerà la vittima che sia solo tutto nella sua testa.
Mancanza di empatia e superiorità
Un altro tratto tipico del manipolatore affettivo è la mancanza di empatia, mascherata almeno inizialmente, da un falso velo di sensibilità. In realtà chi ha questo tipo di personalità non è in grado di provare sentimenti puri, se non verso se stesso e tenderà sempre a sminuire le emozioni altrui.
Legata alla mancanza di empatia è anche il senso di superiorità che lo convince di essere migliore degli altri, anche della persona che ha accanto, che inevitabilmente si sentirà inferiore davanti a tutta questa eccessiva sicurezza mostrata dal manipolatore affettivo.
Il ricatto psicologico e l’isolamento
Questi due ultimi fattori sono spesso pericolosamente vicini ad un punto di non ritorno. Il ricatto psicologico avviene generalmente su cose considerate di poco conto, ma che a lungo andare costringono la vittima ad accettare e a giustificare spesso inconsapevolmente quel tipo di comportamento.
Infine, il manipolatore affettivo, tenderà ad isolare la vittima da tutti con lo scopo di renderla ancora più malleabile e dipendente da lui.