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Anche il compleanno in lockdown comporta effetti psicologici. In generale, stare chiusi in casa per così tanto tempo ha causato non pochi disagi. Dal punto di vista psicologico, molte persone ne sono uscite provate o comunque con ripercussioni che non si limitano ad una passeggera tristezza. Fra le solite celebrazioni in compagnia, anche per i compleanni, si è dovuto rinunciare a qualsiasi festeggiamento e c’è chi lo ha trascorso in totale solitudine. Quale può essere l’impatto emotivo di una tale circostanza?
Compleanno in lockdown: capirne gli effetti psicologici
Il compleanno in lockdown ha degli effetti psicologici? Il festeggiamento alla soglia di un anno in più è l’occasione ideale per godere un momento speciale fra amici e cari, ma si svela anche un evento dal forte significato simbolico. Infatti, spegnere le candeline pare non sia semplicemente un gesto relativo al taglio della torta, allo scarto dei regali, e, va detto, al momento-foto. Si tratta, piuttosto, di qualcosa dai significati polivalenti che ha a che fare con quei rituali che accompagnano i vari momenti della nostra vita. Attraverso il rituale del compleanno simbolicamente si festeggia se stessi, un proprio traguardo naturale.
Questo ha effetti positivi sulla propria autostima, poiché si ricrea un’occasione che consente di essere, una volta tanto, al centro dell’attenzione. Ha effetti positivi anche su quelle aspettative che, in occasione del compleanno, ci consentono di creare con accuratezza una propria normalità. Fra queste, gli auguri da parte degli amici, il pensiero che rivolgono i propri cari, il desiderio dei partner di rendere quel giorno speciale. Tutti elementi che, seppur nella loro apparente banalità, danno senso al nostro percorso di vita.
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Le conseguenze di un compleanno in isolamento
Negli ultimi due anni, moltissime persone hanno dovuto festeggiare il proprio compleanno in casa in compagnia dei pochi presenti o semplicemente in totale solitudine. “Festeggiare” non proprio. Molti ne hanno perso il senso o l’esigenza considerando il periodo d’ incertezze generali che nel primo lockdown era ai suoi massimi livelli. Tutto ciò ha comportato per molte persone vedere le proprie aspettative disilluse che, spesso, si traduce in demoralizzazione. A ciò si aggiunge, l’inevitabile ridimensionamento di occasioni “socialmente” utili come la piccola festicciola in casa, l’aperitivo con gli amici, il pranzo con i parenti.
Sì certo, un ruolo fondamentale lo hanno avuto i social consentendo riunioni virtuali e pseudo-brindisi. Per fortuna, infatti, questa è un’ epoca di dispositivi tecnologici alla portata di tutti. Oggetti che quotidianamente aiutano ad accorciare le distanze fra le persone. Tuttavia, la sensazione di profonda negatività non è stata spazzata via dalla video chiamata. Anzi, la condizione in cui non è possibile riproporre un rituale che funga da collante fra noi e gli altri ha un impatto per niente irrilevante nell’io di chiunque.