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Il velo ha sempre ricoperto un ruolo importante in molte religioni, dal cristianesimo e l’induismo, all’ebraismo e all’islam.
Oggigiorno è immediatamente associato al mondo musulmano, di cui è un forte simbolo identificativo, sebbene il Corano non lo menzioni esplicitamente. I copricapi delle donne islamiche presentano infatti numerose differenze, a seconda della tradizione culturale e religiosa del paese di riferimento.
In Occidente si confondono spesso i vari tipi di veli, ma in realtà sono molti, e molto diversi tra loro. Questo abbigliamento rappresenta spesso per la nostra cultura una mancanza di libertà nei confronti delle donne.
La questione del velo è ancora particolarmente accesa in Europa, dove tanti paesi hanno avanzato la proposta di vietare il velo integrale per varie ragioni, tra cui quella della sicurezza. Occorre però fare delle distinzioni, perché il modo in cui si porta, la sua foggia e le parti che copre cambiano moltissimo di paese in paese.
Si tratta di un normale foulard di stoffa che copre il capo e il collo della donna, lasciando il viso scoperto.
Nel Corano, hijab è un termine che indica qualcosa che separa e garantisce privacy, come una tenda. È il più diffuso in assoluto nelle nazioni a maggioranza islamica e molto spesso lo possiamo vedere indossato da donne che vestono anche in maniera occidentale, in vari stili e colori.
Formato da un lungo velo di stoffa, il chador è una mantella semicircolare che copre il corpo dalla testa ai piedi ed è appuntato sotto al mento, quasi ad incorniciare il viso. Generalmente è tenuto chiuso con la mano, come fosse uno scialle. Rigorosamente di colore nero, si utilizza soprattutto in Iran, dove è stato reintrodotto dopo la rivoluzione khomeinista del 1979.
Spesso confuso con il burqa, il niqab è il velo che copre il volto della donna lasciando scoperti solo gli occhi. Ne esistono di due tipi: quello saudita e quello yemenita. Il primo è un copricapo composto da uno o più veli, con una fascia che, passando dalla fronte, viene legata dietro la nuca. Il secondo è composto da due pezzi: un fazzoletto triangolare a coprire la fronte, come una sorta di bandana, e un altro rettangolare che copre il viso da sotto gli occhi a sotto il mento.
Il paese in cui è più diffusa questa tipologia è l’Arabia Saudita.
È il più integrale dei veli islamici: copre tutto il corpo, dalla testa a piedi, compresi gli occhi, schermati da una retina di stoffa.
Si indossa soprattutto in alcune aree del Pakistan e in Afghanistan, dove fu imposto dai talebani. In questo caso il suo uso affonda le radici in motivi di ordine culturale e sociale: nel Corano non si menziona l’obbligo del burqa. A Kabul, la maggior parte dei burqa è blu, mentre in altre parti dell’Afghanistan e del Pakistan se ne trovano di verdi, marroni o bianchi.
Anche questo termine, menzionato nel Corano, si riferisce al generico atto di coprirsi e non a un indumento specifico. In Indonesia, il jilbab identifica un tipo di abbigliamento che copra dalla testa ai piedi, più spesso a una sciarpa per il capo. Ma in altri paesi, come in Nord Africa o nella Penisola Araba, il jilbab è anche una tunica da indossare con il niqab o l’hijab.
Questo tipo di abbigliamento prevede abiti larghi, lunghi dalla testa ai piedi, leggeri ma coprenti, non aderenti e in genere neri, come caftani, che lascino scoperti solo piedi, mani e volto. Si indossa in combinazione con il niqab o l’hijab ed è diffuso in Arabia Saudita, Penisola Araba e in alcune parti del Nord Africa.
Si tratta di un velo in due pezzi, che prevede una stretta e aderente cuffia, in cotone o poliestere, nello stesso colore o di un diverso modello, più uno scialle a forma di tubo attorno alla testa. Similmente all’hijab, copre il capo e il collo di chi lo indossa.
Insieme a hijab e jilbab, è il terzo termine menzionato nel Corano. Si riferisce a qualunque indumento che promuova il pudore, proteggendo la donna dagli sguardi di sconosciuti. In termini pratici è un lungo mantello che ricopre capelli, collo e spalle, e arriva fino al petto o poco sopra al girovita. Vi sono però anche alcuni modelli che arrivano sino all’altezza delle ginocchia. In ogni caso permette alle donne di mostrare il proprio volto.
Viene indossato per lo più in Medio Oriente in diversi colori.
Sebbene certi veli, soprattutto in alcuni paesi, rappresentino delle limitazioni alle libertà della donna, ci sono casi in cui questi vengono valorizzati.
Molte donne islamiche, al passo coi tempi, seguono tutte le tendenze di moda, che si riflettono anche sul copricapo che indossano: la scelta del colore o l’abbinamento con certi accessori è un buon modo per coniugare tradizione e modernità.
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