Spike Lee è terrorizzato dal Coronavirus e, intervistato da Vanity Fair USA, ha ammesso che non tornerà al cinema fino a quando non ci sarà un vaccino.
Il regista, senza troppi peli sulla lingua, ha dichiarato che il rischio di contrarre il Covid-19 è ancora molto alto e che la sua attività sul set è sospesa.
Intervistato da Vanity Fair USA, Spike Lee ha ammesso che non ha nessuna intenzione di tornare al cinema. Il regista, dopo più due mesi di lockdown, crede che il rischio di contratte il Covid-19 sia ancora troppo alto e che non valga la pena mettere a rischio la propria vita.
Non solo, Spike ha dichiarato che, almeno per il momento, non riprenderà a girare sul set. Parlando del Coronavirus come se fosse una persona, ha dichiarato:
“So che non andrò al cinema. So che non andrò a uno spettacolo di Broadway. So che non andrò allo Yankee Stadium. Corona è una cagna. Corona non sta giocando. Per caz**eggiare rischi di essere ucciso, morirai. Io non mi sento pronto ad andarci”.
Lee, che il 12 giugno sbarca su Netflix con il film “Da 5 Bloods” incentrato sulla guerra del Vietnam, si è espresso anche in merito ad un possibile ritorno sul set.
Prima che scoppiasse la pandemia, Spike era al lavoro per l’adattamento della graphic novel “Prince of Cat“. Le riprese sarebbero dovute iniziare proprio in questo periodo, ma il regista non è intenzionato a ricominciare, soprattutto a causa delle stringenti restrizioni proposte dall’industria cinematografica. Ha dichiarato:
“Come hai intenzione di fare più una scena d’amore o una scena intima? Voglio dire, hai intenzione di fare un film da remoto, come ‘Saturday Night Live’? Non so come si può fare. Quindi, siamo in pausa ora”.
La presa di posizione di Lee è condivisa anche da molti registi italiani, come Leonardo Pieraccioni.