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Victoria Cabello sta affrontando la quarantena imposta dal Coronavirus con uno spirito molto diverso rispetto a quello di tante altre persone.
Intervistata da Il Corriere, ha confessato di aver già vissuto, in passato, un lungo periodo di isolamento domiciliare. Il motivo? La malattia di Lyme.
Affrontare la quarantena imposta dal Coronavirus stando in salute è un grande passo avanti: questo è il pensiero di Victoria Cabello. Questo isolamento forzato, infatti, non è il primo periodo che lei trascorre ‘lontana’ dal mondo. Intervistata da Il Corriere, ha raccontato di avere avuto la malattia di Lyme e che la stessa l’ha costretta a chiudersi in casa per oltre un anno.
Victoria ha dichiarato:
“Questa situazione di quarantena l’ho vissuta per un lungo periodo, questa volta però trascorro l’isolamento stando bene, questo è già per me un traguardo. La malattia era stata trasmessa da una zecca, che non arrivava dal mio cane. A livello motorio avevo problemi e anche a livello cognitivo, quel periodo è stato molto complesso. Mi sono dovuta documentare moltissimo su batteri, medicina e nel farlo mi sono anche appassionata”.
La malattia di Lyme interessa da 1 a 70 ogni 20.000 persone e, di conseguenza, è poco conosciuta. Si tratta di una malattia trasmessa da una zecca che, se non curata correttamente, comporta problemi fisici e cognitivi molto seri.
Essendo una malattia poco conosciuta, Victoria si è sentita rispondere spesso che il suo malessere era dovuto alla “depressione”. Dopo un anno e mezzo di visite, la Cabello ha trovato il suo ‘medico-salvatore’. Ha raccontato:
“Il problema vero che ho riscontrato è stata una disinformazione da parte della comunità scientifica. Mi sono ritrovata per un anno a sentirmi dire: sei depressa, torna a lavorare e vedrai che ti passa, non è niente, dai prendi degli antidepressivi… Io, conoscendomi molto bene sapevo di non essere depressa, o che se mai era la conseguenza della malattia, non la causa”.
Fortunatamente, la conduttrice ha incontrato qualcuno che ha capito il suo problema e l’ha accompagnata sulla strada della guarigione. Victoria ha concluso:
“Il corpo era arrivato allo stremo, poi ho incontrato un ortopedico e l’ospedale Sacco di Milano, oltre a un medico negli Stati Uniti. Grazie a tutti loro io mi sono curata: non riuscivo più a parlare, ad articolare la parole. Uscivo di casa e non ricordavo se avevo spento gas, chiuso la porta… dovevo scrivermi tutto ero veramente malridotta. Dopo un anno e mezzo di questo calvario, i medici del reparto infettivi del Sacco sono stati i primi a darmi una diagnosi, in particolare Agostino Zambelli: è stato determinante nel provarmi che non ero pazza”.
Per tornare quella di un tempo, la Cabello ha impiegato 3 anni, quindi la quarantena imposta dal Coronavirus non la spaventa per niente.