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La foto di Maurizio Costanzo e Maria De Filippi in abito da sposi è tornata al centro dell’attenzione degli appassionati di gossip in questi ultimi giorni.
Tutto è nato dalla recenti dichiarazioni di Giovanni Ciacci che, però, sono state categoricamente smentite dalla realtà dei fatti. A volere la foto di Maurizio Costanzo e Maria De Filippi agghindati come se fossero a un passo dall’altare fu il compianto Sandro Mayer, il quale chiese anche a Costanzo di scrivere un editoriale in difesa del matrimonio: ne venne fuori un pezzo giornalistico bellissimo e una dichiarazione d’amore eterno per Maria De Filippi.
Correva l’ano 1992: Costanzo e De Filippi si erano conosciuti appena due anni prima, nel 1990, e avevano cominciato immediatamente una frequentazione sentimentale.
All’epoca Maurizio Costanzo era reduce da una trafila di matrimoni falliti (tre per la precisione, l’ultimo dei quali con Marta Flavi) eppure era stato disposto a lanciarsi in una nuova storia d’amore con lo stesso entusiasmo di un adolescente alle prime armi.
Proprio per questo motivo Sandro Mayer, all’epoca direttore di Gente, chiese a Costanzo e De Filippi di posare per una fotografia di coppia in cui entrambi apparivano vestiti da sposi.
L’obiettivo era creare una copertina memorabile per un’edizione speciale della rivista, che sarebbe stata dedicata completamente ai matrimoni.
Secondo questa ricostruzione, quindi, la fotografia è originale, e non un fake come aveva sostenuto Giovanni Ciacci non troppi giorni fa.
Qualcuno aveva sostenuto inoltre che gli abiti indossati da Maurizio Costanzo e Maria De Filippi per quella copertina fossero effettivamente gli stessi con cui si sarebbero poi fatti sposare dall’allora sindaco di Roma Francesco Rutelli.
Nemmeno quest’ipotesi è giusta: Costanzo e De Filippi si sono uniti in matrimonio nel 1995, ovvero ben tre anni dopo la realizzazione della copertina e dopo cinque anni di fidanzamento.
Come già accennato, Sandro Mayer chiese a Costanzo di firmare un Elogio del Matrimonio che il giornalista accettò di scrivere con grande piacere. Fu una delle prime dichiarazioni pubbliche d’amore nei confronti di quella che sarebbe diventata l’ultima compagna della sua vita, la più amata di tutte.
Per tornare al personale, dirò che malgrado tre matrimoni non andati a buon fine, non coltivo rancori nei confronti della vita a due o in due, ma anzi ne sono diventato un paladino, nella convinzione che da soli non si può stare. Ricordo infatti i miei periodi da single come stagioni di frenesia e di malinconia: ingiustificata la prima, giustificata la seconda. Io sulla convivenza e sullo stare insieme ci scommetto ancora nel giorno dopo giorno della mia storia attuale, nella fondata speranza di aver finalmente imboccato la strada giusta.