Negli ultimi giorni abbiamo sentito parlare spesso di crisi mistica a causa della morte di Viviana Parisi, dj scomparsa in Sicilia insieme al figlio Gioele.
Nello specifico, che cos’è e come si manifesta? Quando questo problema diventa patologia?
La crisi mistica è una particolare interpretazione della realtà che ha tre caratteristiche ben precise:
Quanti ne soffrono si sentono chiamati dalla divinità a compiere una determinata missione e proprio per questo è anche detto “delirio messianico“. E’ bene sottolineare che è estremamente difficile individuare questa patologia.
Stabilire dove termina il credo religioso e inizia la crisi mistica non è così semplice. Questo perché, a seconda della cultura in cui vive la persona che la sperimenta, alcune cose possono sembrare del tutto normali o viceversa.
A determinare la patologia, quindi, è l’effetto negativo che il delirio ha nel soggetto in questione. Quanti ne soffrono, infatti, avvertono angoscia e disadattamento. Di conseguenza, evitano le esposizioni sociali, smettono di studiare o lavorare e sono convinti di parlare con la divinità.
Come se non bastasse, accade di frequente che i loro ragionamenti siano basati su allucinazioni o pseudoallucinazioni, ovvero percezioni alterate della realtà. In sostanza, coloro che soffrono di crisi mistiche iniziano ad orientare la loro vita verso la fede che, però, è anomala e lontana dalla canonicità.
La crisi mistica si manifesta spesso in persone che hanno sofferto molto e, anche se può sembrare strano, è un modo per ricomporre la ferita interiore. L’intervento sul delirio messianico non è facile, soprattutto perché i pazienti si oppongono ai trattamenti. Questo avviene perché giudicano gli interventi esterni come una intromissione nei piani divini.
La psichiatria e i farmaci possono aiutare a moderare alcuni effetti della crisi, come l’ansia e le allucinazioni, quando presenti.
Ma al di là di questo, il loro campo di azione è limitato. La psicoterapia, invece, favorisce una introspezione che migliora l’adattamento della persona e un’organizzazione più razionale della fede.
Anche l’ambiente in cui vive il paziente è molto importante. Non a caso, è consigliabile che anche la famiglia e coloro che circondano il malato ricevano una “psicoeducazione” per poter gestire al meglio la situazione. Importantissimi sono la comprensione, l’affetto e gli stimoli.
Quanti vivono a stretto contatto con il soggetto che soffre di crisi mistiche non devono fargli abbandonare la fede, ma aiutare la persona a condurre una vita meno angosciosa e più equilibrata.