E così Luttazzi se ne è andato dalla Rete.
Con il suo “Rompete le righe” la Blogosfera ha perso un importante protagonista. Mentre c’è ancora qualcuno che continua a credere alla validità del mezzo blog, c’è invece qualcun altro che se ne allontana, lasciandoci addirittura intendere che nascosta in questa nuova forma di comunicazione si annidi una logica pericolosa.
“La logica del potere è il numero – afferma Luttazzi nel suo ultimo post – . Più di centomila contatti al giorno! E il blog relativo diventa potente.
E temuto. E rispettato. E strumentalizzato (specie da chi lo fa). Ho notato che un blog tende ad assecondare le derive populistiche (di chiunque ). Per bloccarle sul nascere, questo blog torna a essere slow e one-to-one. Io torno a studiare. Appuntamento qui fra dieci anni.Grazie a tutti. Ciao. Daniele”
Come giudicarlo? Un atto di coraggio? Un allontanamento strategico per sottolineare la sua integrità morale? Un inevitabile addio dovuto ai gravosi impegni del suo nuovo tour teatrale appena partito?
Forse un po’ di tutte queste cose.
Mi è sempre piaciuto Luttazzi, nei suoi eccessi e nelle sue fredde analisi, in quel suo lodevole tentativo di dare luce alla vera satira, in quella sua costante campagna politica per la libera informazione.
Personalmente credo che la chiusura del blog sia soprattutto dovuta alla mancanza di tempo nell’inserire i continui aggiornamenti (caratteristica essenziale di un buon blog); ma penso anche che la sua integrità morale, alla quale accennavo prima, abbia solo tratto giovamento da questa scelta.
E’ un Luttazzi più forte quello che esce dalla chiusura del blog; pronto a tornare in tv dalla prossima stagione televisiva (censura permettendo).
Però la chiusura del suo diario on-line è anche la dimostrazione che un blog è impegnativo come e più di un figlio: per crescerlo nel migliore dei modi bisogna dedicarcisi con amore e costanza.
Non scherzavo in questa mia confessione: avere un blog vuol dire vivere una seconda vita, forse definibile come virtuale, ma alquanto reale per chi la prova.
Luttazzi, probabilmente, se ne è accorto.
Forse è vero che un blog di un personaggio famoso tende ad “assecondare le derive populistiche, di chiunque, e a diventare strumentalizzato, specie da chi lo fa”. Su Repubblica Luttazzi ha affermato che “siccome la satira è contro il potere, la si uccide dandole potere. E bisogna chiudere il blog”. Ecco! E' questa la ragione che potrebbe convincermi riguardo la chiusura del suo blog. Per quanto riguarda le altre affermazioni vorrei invece obiettare che prima del blog viene il blogger, perchè gli scritti che compaiono on-line ne sono la sua anima: la strumentalizzazione e le derive dipendono quindi solo da noi: da noi blogger che scriviamo.