Chi è Danilo Di Luca: storia dell’ex ciclista italiano

Danilo Di Luca, storia dell'ex ciclista italiano fermato numerose volte per doping fino alla condanna definitiva.

Danilo Di Luca è stato al centro di numerose indagini sportive. I successi del ciclista sono stati interrotti definitivamente per doping nel 2013.

Chi è Danilo Di Luca

Danilo Di Luca (Spoltore, 2 gennaio 1976) è un ex ciclista su strada italiano, squalificato a vita per doping. Si dimostra portato nel ciclismo fin da giovane partecipando alla sua prima corsa nel 1984 vincendo. Partecipa nella categoria dei dilettanti vincendo il titolo nazionale degli Under-23 e la medaglia di bronzo nel campionato mondiale seguendo Ivan Basso e Rinaldo Nocentini.

chi è danilo di luca

Nel 1999 passa alla categoria dei professionisti e con il Giro d’Abruzzo ottiene la sua prima vittoria, seguita da quella nel Giro d’Italia l’anno successivo. Dopo qualche anno di silenzio si propone di conquistare il podio del Giro d’Italia con non poche complicazioni.

La vittoria al Giro d’Italia e l’accusa di doping

Torna al successo con la competizione Milano-Torino portando a casa il primo posto nella primavera 2007. Carico dopo questa vittoria conquista il 90º Giro d’Italia diventando il primo abruzzese a portare a casa il traguardo. Nello stesso anno però ottiene un istanza per l’inchiesta “Oil for Drugs” che lo condanna a tre mesi di squalifica per accusa di doping.

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All’inizio del 2008 la procura del CONI in seguito ai risultati ottenuti chiede una squalifica di due anni a suo carico che gli preclude la partecipazione all’annuale competizione. Riesce però l’anno dopo a partecipare al Giro d’Italia arrivando al quarto posto. In questa competizione viene testato nuovamente confermando una nuova positività che gli costa 280 000 euro di multa a cui si aggiunge una squalifica fino al 2011. Per buona condotta e collaborazione gli viene permesso di tonare a competere nell’ottobre 2010.

Le nuove indagini e la squalifica a vita

Rientrato in gara nella stagione prevista non può inizialmente avere alcuno stipendio se non premi legati a competizioni. Non riesce in realtà ad ottenere vittorie se non nella tappa al Giro d’Austria e il Gran Premio Nobili Rubinetterie. Nel 2013 durante l’inizio del Giro d’Italia viene annunciata una nuova positività durante un controllo a sorpresa.

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Il 45 dicembre 2013, constatata la recidività nel suo comportamento, ottiene dal Tribunale Nazionale Antidoping la squalifica a vita che determina la fine della sua carriera. Il ciclista ha raccontato la sua vita sportiva nel libro “Bestie da vittoria” pubblicato tre anni dopo.

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