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Dopo il caso Nadia Toffa, il tema della malattia e la lotta per sconfiggerla sono diventati più attuali e vivi che mai.
Eppure, va ricordato, sono tantissime le donne, più o meno giovani, che combattono quotidianamente contro il cancro e le difficoltà che questo comporta. La perdita dei capelli, l’eccessiva perdita di vigore e forza del proprio corpo, la debolezza costante e la difficoltà di andare avanti. Ma anche lo sconforto e l’idea che tutto sia finito. Affrontare un cancro è uno degli ostacoli più grossi a cui la vita può sottoporre.
Difficile trovare il coraggio per continuare a lottare, difficile mantenere fede e speranza. A confermarlo è Daria Bignardi. Al di là delle prese in giro e della paura, anche lei ha vinto contro un tumore al seno.
“Avevo un tumore” così ha esordito la Bignardi. La giornalista ha recentemente raccontato il suo calvario, la tragica esperienza del cancro, le difficoltà di combatterlo e di far fronte a stupide prese in giro.
Dopo l’inaspettata rivelazione della Toffa, anche Daria Bignardi lascia tutti di stucco, confidando rivelazioni assurde e sconcertanti. La forza della Bignardi è incredibile: un esempio di coraggio e inno alla vita. Nadia Toffa come Daria Bignardi: entrambe guerriere contro il cancro.
Ha affrontato la dura vita della malattia. La Bignardi torna in scena con confessioni inaspettate. Testimonial della lotta contro il cancro, il suo racconto è una pacca sulla spalla, un aiuto per le tante donne vittime del medesimo problema.
Daria, Nadia e tante altre: non siete sole! La Bignardi finora non ne aveva mai parlato, ora racconta di aver avuto un tumore al seno. Anche lei ha intrapreso la strada della chemioterapia, quindi la parrucca e la difficoltà di superare disagio e sconforto. “Ho scoperto di avere un tumore facendo una mammografia di controllo successiva alla stagione delle Invasioni Barbariche”, ha confessato.
Poi racconta la bella proposta di Dall’Orto: “Sei mesi dopo, a una settimana dall’ultima chemioterapia, mi è arrivata la proposta di Campo Dall’Orto per dirigere Rai Tre”.
A quel punto ha deciso di raccontargli tutto, dalla scoperta del tumore alla guarigione. Così lui le chiesto se fosse guarita. “Gli ho risposto di sì. Ti aspetto a Roma, mi ha detto e io sono partita”. Quindi, arriva il suo spassionato consiglio a tutte le donne malate: “La chemioterapia fa schifo, ma serve. Curarsi o operarsi non è divertente”. Come la Toffa, anche la Bignardi ricorda che è questo l’unico modo per sconfiggere la malattia!
Non solo il racconto della scoperta e della lotta per sconfiggere il tumore. La giornalista della Rai si è confidata in toto, rivelando lo sconforto nel quale era naufragata. Daria non ha nascosto le difficoltà di far fronte alle stupide prese in giro. La chemioterapia, inevitabilmente, l’ha portata alla perdita dei capelli. Simbolo di femminilità ed eleganza, non è semplice affrontare il trauma del cambiamento. Eppure, rivela, “Anch’io ho indossato la parrucca“.
In tanti l’hanno stupidamente denigrata per il capello corto. In rete alcuni parlavano di “look horror”. Così lei replica: “Il giorno della nomina avevo la parrucca. L’ho portata per diversi mesi, era molto carina, capelli identici ai miei, anzi più belli. Poi andando avanti e indietro in continuazione tra Milano e Roma, non ce l’ho più fatta a gestire questa parrucca. L’ho tolta dalla sera alla mattina e mi sono presentata al lavoro con i capelli corti e grigi che stavano ricrescendo sotto”.
Quindi precisa: “Non ho dato spiegazioni, tranne che ai miei vicedirettori“. A chi le chiede se le critiche insulse e preconcette l’abbiano ferita risponde: “No, sono vaccinata. Chiunque compare è oggetto di una massa di critiche. In alcuni casi mi dispiaceva per loro. Mi preoccupavo che rimanessero male se avessero saputo del cancro. Sono materna. E quindi rompiscatole. Vorrei fare da mamma a tutti”.
L’esperienza della malattia, a lungo tenuta nascosta, è stata veramente faticosa, “uno schifo” l’ha definita.
Al che aggiunge dolcemente: “Chi è ammalato considera la propria malattia il centro del mondo, ma anche se ho rispetto per chi sta soffrendo in questo momento, parlare pubblicamente della malattia in generale, o peggio ancora della mia, non mi interessa. Per tanti motivi: un po’ per pudore, un po’ per paura della curiosità o della preoccupazione degli altri, un po’ perché quando guarisci volti pagina e non hai più voglia di parlarne ancora.
Quindi conclude umilmente: “Ho superato una malattia seria, ma al tempo stesso molto comune. Si ammalano milioni di donne, a cui va tutto il mio affetto“.