Davide La Rosa Avengers fumetti disegnati male SIAE

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Un team di supereroi al soldo della potente organizzazione segreta riuniti per fermare colui che vuole far scomparire la musica dal mondo

Davide La Rosa è un fumettista che si è inventato una categoria molto particolare all’interno del vasto mondo dell’arte sequenziale, ovvero quella dei Fumetti Disegnati Male.

Lo sceneggiatore-disegnatore, infatti, autore di volumi come Dio, Zombi Gay in Vaticano, Il nuovo romanzo di Dan Braun, Suore Ninja e La Bibbia 2, carica a scadenze irregolari sul suo blog Mulholland Dave una serie di vignette che hanno come minimo comune denominatore un tratto che appare molto vicino alla stilizzazione tipica di un bambino alle prime armi con matite e pennarelli (non ce ne voglia La Rosa).

In realtà dietro ai suoi racconti si nasconde un certo lavoro di regia e messa in scena, ma a risaltare nell’universo narrativo dell’artista sono le deliranti storie stracariche di riferimenti pop che variano da cantanti un po’ attempati (Iva Zanicchi, Gianni Morandi) a trasmissioni televisive trash (Voyager, Mistero) ai fumetti della Marvel e della DC, alle figure politiche storiche (Mussolini, Pertini) fino a un’ossessione particolare e dissacratoria nei confronti della religione.

Tra le altre cose, infatti, La Rosa è il responsabile di un aforisma (“L’omosessualità è contro natura come camminare sull’acqua, morire e risorgere, moltiplicare il cibo e rimanere incinta da Vergine“) che per errore – ma anche per una certa consonanza di idee – è stato più volte erroneamente attribuito a Woody Allen.

Non sequitor, situazioni paradossali, pure e semplici assurdità, intuizioni geniali: sono le caratteristiche di cicli che hanno come protagonista Tonio Cartonio, Papa Sisto Primo, il Detective Smullo (che finisce per autoarrestarsi a ogni puntata), la Pimpa (che in un modo o nell’altro nell’ultima vignetta dovrà morire) e mille altri.

La Rosa è finito nel nostro radar grazie a una storia pubblicata proprio oggi, Avengers in Fa#, un’esilarante e lunga parodia (per i suoi standard) della saga cinematografica degli eroi Marvel portata su grande schermo da Joss Whedon. Particolarità della storia è che ogni supereroe che viene reclutato da un Carlo Conti abbronzato nei panni di Nick Fury a capo della potentissima SIAE è impersonato da un protagonista della musica italiana: Gino Paoli Iron Man, Rita Pavone Thor (“datemi un martello”), Gigi D’Alessio Loki, Andrea Bocelli Occhio di Falco, Ornella Vanoni Vedova Nera, i Pooh Fantastici 4 e così via.

Mille divagazioni e una origin story leggendaria, quella della nascita di Capitan Salò, sono solo alcune delle chicche presenti in Avengers in Fa#, che alla fine gioca sporchissimo con una scena post titoli di coda in cui Amedeo Minghi Silver Surfer spiazza il lettore con una rivelazione inaspettata: quello di Tenco non fu un suicidio. E ora attendiamo il seguito con trepidazione.

Foto: Davide La Rosa