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Quante volte abbiamo provato a mangiare meglio senza ottenere risultati? Oppure quante volte cerchiamo di ridurre le porzioni? Niente paura! A questo problema c’è una soluzione e si chiama dieta circadiana: vediamo qui di seguito cos’è e un esempio di menu settimanale.
La dieta circadiana è un tipo di dieta dissociata che si concentra sulle variazioni ormonali del nostro organismo nell’arco di un’intera giornata. Non si basa quindi tanto su quello che si mangia (anche se è importante per un discorso antinfiammatorio), quanto il momento in cui vengono assunti gli alimenti. Questo perché è un tipo di dieta che va a rispettare i ritmi fisiologici dell’organismo, prediligendo cibi a basso rischio infiammatorio.
Infatti, il nostro corpo non potrebbe assumere tutti gli alimenti che consumiamo in egual modo in tutte le ore del giorno. Ci sono alcuni che possono essere consumati verso le ore più tarde tra pomeriggio e sera e altri che possono essere presi dalla mattina fino a metà pomeriggio. I carboidrati, ad esempio, non sono indicati per la sera, ma al contrario per il pranzo.
Proprio per questi motivi, è bene bilanciare le dosi e i diversi cibi nell’arco dell’intera giornata. Come? Abbinando ad esempio i giusti cibi tra di loro per non ottenere l’effetto contrario, ovvero uno stress alimentare. Tutto questo ovviamente seguendo le variazioni degli ormoni del nostro corpo. Ci sono infatti dei momenti in cui gli ormoni attivi sono quelli che prediligono l’accumulo di grasso e altri in cui favoriscono la perdita di peso più rapidamente.
Ciò significa che bisogna associare ad ogni momento il cibo giusto. In altri termini, in base all’orario in cui ci troviamo e al tipo di ormoni che lavorano, dovremo assumere determinati tipi di alimenti. Gli ormoni che bisogna prendere in considerazione sono:
Il GH, detto anche ormone della crescita, favorisce l’aumento della massa muscolare e di conseguenza, l’assunzione dei grassi buoni come energia. Lavora molto di più verso sera, il suo picco è intorno alle 24, mentre lavora pochissimo dalle 8 alle 20.
L’insulina, invece, è l’ormone che favorisce l’accumulo di grasso e come conseguenza, l’abbassamento della glicemia. Lavora non ad orari ma in relazione ai carboidrati. Il cortisolo, infine, va a contrastare l’azione dell’insulina, lavora quindi di più intorno alle 3 di mattino e si abbassa notevolmente intorno alle 22.
Vediamo qui di seguito un esempio di menu settimanale. Si tratta di uno schema semplificato e generalizzato che può essere preso in considerazione da chiunque.
Ma è bene farsi seguire da uno specialista per un piano alimentare più dettagliato e personalizzato in base alle specifiche esigenze. Il menu settimanale è da seguire almeno per 15 giorni prima del giorno con il pasto libero.