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La dipendenza affettiva, soprattutto all’inizio di una relazione, è una condizione più che normale. Questa, però, si trasforma in patologia quando, piuttosto che diminuire con il passare del tempo, aumenta in modo esponenziale. Come riconoscerla e uscirne?
Dipendenza affettiva: come riconoscerla?
Essere innamorati e ricambiati è bellissimo, soprattutto nei primi periodi della relazione. Si avvertono le classiche farfalle nello stomaco, non si fa altro che pensare al proprio partner e si vorrebbe condividere con lui ogni attimo della giornata. Queste emozioni, com’è normale che sia, si vanno affievolendo con il passare del tempo. Quando ciò non accade e si avverte una dipendenza crescente nei confronti dell’altro, significa che c’è qualcosa che non va. La psicologia, in casi di questo tipo, parla di dipendenza affettiva disfunzionale.
Se all’inizio di una storia d’amore una sorta di dipendenza è considerata più che normale, dopo la fase dell’idillio amoroso diventa una condizione a cui bisogna prestare attenzione. Pertanto, è importante saper riconoscere la dipendenza affettiva. Ritenuta simile alle dipendenze da droghe o alcol, rende tossica la relazione. I sintomi più comuni sono:
- Vedere il partner come l’unica ragione di vita;
- Priorità alle emozioni del partner tralasciando le proprie;
- Capacità decisionale pari a zero: si prendono decisioni solo se si ha la completa approvazione del partner;
- Incapacità di vivere lontani dal partner con l’ansia di poterlo perdere;
- Zero vita sociale ma solo tempo da trascorrere in coppia;
- L’autostima dipende solo dal giudizio dell’altro;
- Assumersi sempre la colpa;
- Non riuscire ad essere in disaccordo con gli altri.
Le cause
Le cause della dipendenza affettiva sono diverse e, spesso, hanno poco a che fare con la relazione che stiamo vivendo. In generale, chi soffre di questa patologia vede la propria autostima, personalità e considerazione di sé legate indissolubilmente alla presenza di una storia d’amore salda e stabile. La maggior parte delle cause della dipendenza affettiva risalgono al periodo dell’infanzia della persona dipendente:
- Ex bambini iperprotetti;
- Chi ha subito il trauma di un abbandono;
- Coloro che non riescono a stare da soli.
Dipendenza affettiva: come uscirne?
Per uscire dal ‘tunnel’ della dipendenza affettiva bisogna innanzitutto essere in grado di riconoscerla. Per fare ciò è necessario, a seconda del caso e dalla gravità di pressione subita durante la vita di coppia, rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Un percorso interiore è importante per comprendere le proprie ‘debolezze’, se così possiamo chiamarle, e iniziare a ‘vivere’ in modo diverso. Per uscirne bisogna:
- Riconoscere e accettare ciò che si è vissuto: capire e ammettere di essere vittima di una dipendenza, in questo caso affettiva, è fondamentale per iniziare un lavoro con e su se stessi e chiedere aiuto. Il dipendente affettivo, infatti, può cercare in modo istintivo relazioni con persone che non lo trattano come merita.
- Imparare a stare da soli: chi ne soffre trova solitamente particolari difficoltà a restare in solitudine. Stare da soli provoca a queste persone paura, ansia e angoscia e il bisogno di “attaccarsi” a qualcuno nasce quasi spontaneo.
- Ricercare le cause che hanno portato alla dipendenza: uno psicoterapeuta vi aiuterà a comprendere perché siete arrivati ad essere dipendenti dal partner. Una volta svelato il motivo che si nasconde dietro a questi comportamenti, sarà più facile lavorare su se stessi.