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Avete mai sentito qualcuno parlare di quanto funzionasse meglio sotto tensione? Magari sotto la scadenza, incombente, di qualche consegna? O è capitato a voi stessi di sentirvi così? In alcuni casi potrebbe trattarsi di “dipendenza da stress”.
Scopriamo insieme di cosa si tratta, quali sono le sue caratteristiche, i segnali da prendere in considerazione e come fare per uscirne una volta per tutte.
Lo stress purtroppo può essere parte integrante della nostra quotidianità e può insorgere per diversi motivi legati alla propria professione oppure anche alla vita privata. Vi potrà sembrare strano, ma ci sono alcune persone però che sostituiscono il “purtroppo” con “per fortuna” e sentono di non funzionare al loro meglio se non sono sottoposti ad una situazione di stress.
Un esempio perfetto appunto, è la già citata situazione in cui si è sotto consegna di un progetto, ma può essere anche una particolare condizione psicologica come “l’ansia del fallimento”.
Si tratta però di una condizione che non bisogna assolutamente sottovalutare. Da stress “buono” utile per non farci procastinare e proseguire con i nostri impegni infatti, può diventare addirittura limitante e si può rischiare di risentirne sia a livello fisico sia a livello psicologico.
Senza contare poi, che sul piano lavorativo a lungo andare potrebbe avere risultati disastrosi.
Come dicevamo, la dipendenza da stress si può riscontrare a livello fisico e anche piscologico.
Nel primo caso potremmo riscontrare episodi sempre più frequenti di insonnia, ansia, irritabilità, affaticamento nonché in episodi di famelicità alternati ad altrettanti momenti in cui invece lo stomaco si chiude.
A livello psicologico invece potremmo arrivare a sentirci addirittura apatici e potremmo provare una sensazione di intenso benessere solo quando ci troviamo in situazioni di stress. Ma come fare allora per provare ad uscirne? A chi dobbiamo rivolgerci?
Per riuscire a staccarsi dalla dipendenza da stress è necessario imparare ad ascoltarsi e quindi ascoltare i segnali che ci invia il nostro stesso corpo. Ricordiamoci comunque che stiamo pur sempre parlando di “dipendenza” e in quanto tale non se ne può uscire se non siamo noi stessi a volerlo.
A tal proposito potrebbe tornare utile dedicare un po’ di tempo nell’arco della giornata ad attività come la meditazione, lo Yoga o il Pilates che oltre a restituirci una sorta di “disciplina mentale”, impiegano il nostro corpo una una sorta di routine che può solo fare bene.
Pensate di rientrare in questa descrizione? O, più semplicemente, vorreste evitare di arrivare fino al punto di soffrirne intervenendo il prima possibile sulla vostra procastinazione alternata a periodi di intenso lavoro? Un primo importantissimo passo allora, potrebbe essere quello di rivolgersi ad uno psicologo e iniziare un percorso terapeutico.
Potrebbe sembrare quasi scontato e banale, ma iniziare a parlarne con qualcuno che ci aiuti a mettere dei paletti nel nostro comportamento può è la chiave giusta per iniziare ad uscire dal tunnel in cui ci siamo infilati.