Cambio di fisionomia per il serial culto
Un caso più unico che raro, quello di Doctor Who.
Il serial britannico è infatti nato ben 50 anni fa, nel 1963, e pur con qualche pausa e arresto temporaneo è arrivato fino ai giorni nostri grazie al reboot di Steven Moffat, autore del nuovo corso contemporaneo.
Le avventure del Signore del Tempo sono dunque uno dei prodotti più vecchi e riveriti di tutta la televisione (non a caso si tratta di un franchise britannico, da sempre sinonimo di qualità) grazie all’incredibile unione di trame fantascientifiche, coerenza narrativa interna, senso della meraviglia e grandi interpretazioni attoriali.
La serie, un po’ come avviene per i film di James Bond, è periodicamente costretta a cambiare l’attore principale, ovvero colui che interpreta il Dottore (il cui vero nome è ignoto, essendo “Doctor, who?” una delle domande fondamentali dell’universo finzionale del telefilm): questa modifica di fisionomia e personalità viene spiegata attraverso il processo della Rigenerazione, il modo in cui i vari Dottori guariscono ferite altrimenti mortali subendo però una trasformazione irreversibile.
Dal 2009 l’ultima incarnazione del Signore del Tempo è stata affidata a Matt Smith, il più giovane attore a vestire i panni dell’eroe itinerante (ha debuttato a soli 26 anni), che durante questi quattro anni ha raccolto molti consensi.
Con una mossa a sorpresa quest’anno Moffat ha deciso di cambiare le carte in tavola, annunciando la dipartita di Moffat per fare spazio al dodicesimo avatar del Dottore: si tratta di Peter Capaldi, attore scozzese 55enne di Glasgow, fan di lunga data del telefilm e molto noto in patria per il suo ruolo nella serie di culto The Thick of It.
Nel telefilm, una satira della politica britannica, in Italia ancora colpevolmente inedito, Capaldi interpretava Malcom Tucker, responsabile della comunicazione del Primo Ministro, dotato di una bocca particolarmente profana in un serial già sboccata a livelli inverosimili (e terribilmente fantasiosi). Inutile dire che le sue esternazioni malevole sono diventate leggendarie.
Ci chiediamo come se la caverà il buon Peter, che farà il proprio debutto nel tradizionale speciale di Natale. Nel frattempo sembra che se la stia cavando molto bene, avendo commentato il ruolo centrale della figura del Dottore nella cultura pop in questo modo: “Doctor Who appartiene a tutti.
Ogni persona crea Doctor Who.” Ci aspettiamo solo qualche parolaccia in più.
Foto: Getty Images