Dolce e Gabbana spariti da e-commerce cinese: accusati di razzismo

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La campagna social di Dolce e Gabbana per promuovere il grande evento battezzato #DGTheGreatShow ha fatto infuriare i cinesi tanto da provocarne l’annullamento.

Accuse per lo spot di D&G

La sfilata avrebbe dovuto tenersi a Shanghai e avrebbe avuto come ospiti importanti personalità cinesi oltre a giornalisti, stilisti e modelli di fama mondiale. Per rendere l’idea: 1500 invitati, 500 abiti, 120 performer. Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio lo spot incriminato. Nel filmato una ragazza tenta invano di mangiare con le bacchette alcuni piatti tradizionali della cucina italiana, una pizza, un piatto di pasta e un cannolo.

Dopo vari tentativi falliti una voce maschile fuori campo le dà indicazioni su come fare giocando su alcuni doppi sensi.

Questo lo spot che è stato diffuso dal noto brand italiano su Weibo (corrispettivo cinese di Twitter). Immediatamente piovono accuse di razzismo e sessismo. A ingigantire il tutto alcuni screenshot di conversazioni private ricondotte allo stilista Stefano Gabbana, in cui si arrabbia per le critiche dirette allo spot e insulta i cinesi, la loro cultura e il loro Paese.

Tutti i post sono stati raccolti da Diet Prada, “l’account Instagram più temuto nella moda”, così viene definito dalla rivista di moda Business Fashion. Il successo dell’account è dovuto principalmente ai post ridicolizzanti e ironici in cui vengono smascherati plagi e copie tra stilisti e presi in giro gli outfit più appariscenti ed eccentrici. Con gli occhi sempre attenti sul mondo della moda, sembra che nemmeno questa volta abbia perso l’occasione di tenere puntata l’arma al bersaglio.

Sotto il loro mirino questa volta c’è Dolce e Gabbana.

“Il mio ufficio è stupido come la loro stupida superiorità. Ecco perchè è stato eliminato dai social media cinesi. Se fosse stato per me non l’avrei mai cancellato! Da ora in poi in ogni intervista internazionale che rilascerò dirò che paese di m***a sia la Cina! E state pur certi che viviamo benissimo senza di voi. Cina ignorante, sporca, mafiosa.”

“Perché pensate che il video sia razzista? È un tributo! Ditemi un po’: se i cinesi si offendono per una ragazza che mangia pizza o pasta con le bacchette significa che quei cinesi si sentono inferiori, e allora il problema non è nostro. Tutto il mondo sa che i cinesi mangiano con le bacchette e gli occidentali con la forchetta. È razzismo? Allora voi siete razzisti perché mangiate cani?”

Per calmare i cinesi non è servito a nulla dichiarare che l’account fosse stato hackerato. “Senza ritorno @stefanogabbana”, mette ancora il dito nella piaga Diet Prada.

Come se non bastasse è cominciato il boicottaggio della firma italiana da alcuni siti e-commerce cinesi con tanto di post e storie Instagram irriverenti da parte dei cittadini della seconda potenza economica mondiale.

Anche i Ferragnez dicono la loro

Nel bel mezzo di quello che è diventato un caso diplomatico, non passano di certo inosservati i commenti di Chiara Ferragni e Fedez sotto ai post pubblicati da Diet Prada.

Fedez con il suo ironico “levateglie er vino!” e la Ferragni è più subdola con il suo commento “karma”.

A che cosa si riferisce questa frecciatina? Probabilmente a quest’estate quando Stefano Gabbana sembra essersi alleato con gli haters dell’influencer più famosa d’Italia con uno sgradevole commento su Instagram. Ma forse la vicenda risale a molto tempo fa. Nel 2011 infatti la Ferragni era stata invitata a un evento firmato D&G chiedendo come regao una borsa in edizione limitata ricevendo un secco rifiuto da parte del designer.

A conferma di quest’ipotesi il fatto che la fashion blogger non si fa mai fotografare in abiti firmati Dolce e Gabbana. Verità o finzione? Non lo sappiamo, ciò che è certo è che, karma o non karma, la casa di moda ha subito un forte danno alla sua immagine e ha immediatamente avviato delle indagini per risalire all’hacker e intentare una causa legale.