Nei paesi occidentali una donna su cinque non ha figli.
In una piccola parte si tratta di una libera scelta ma nella stragrande maggioranza dei casi, circa il 90%, no. In una cultura che celebra l’essere genitori, la non-maternità è ancora accompagnata da molti tabù e, per questo, è nata la World Childless Week, un evento di sensibilizzazione sul tema che è iniziato il 14 settembre.
Il World Fertility Report 2015 delle Nazioni Unite ci dice chiaramente che la fertilità media nel mondo è passata da 5.5 figli per donna nel periodo 1970-1975 a 2.3 nel periodo 2010-2015.
Ma che le nascite siano diminuite lo dice anche il fatto che negli anni Settanta soltanto 22 Paesi avessero una natalità inferiore a 2.1, il valore necessario per garantire il ricambio generazionale, e che poi nel 2013 il loro numero sia quadruplicato. Nel giro di una generazione il numero delle donne non-madri è raddoppiato: la percentuale della Spagna, per le donne nate tra gli anni 70 e 80, è il 25%, Austria, Finlandia e Olanda si attestano al 20%.
Le Francia è al 15 % e la Svezia al 13%. Secondo l’Ufficio delle Statistiche Nazionali, il Regno Unito ha il 18% delle donne che hanno raggiunto 45 anni nel 2017 senza figli, nel 1945 era il 10%.
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Anche in Italia le donne senza figli sono un trend in aumento. Nella generazione del 1950, secondo l’Istat, le donne senza figli sono circa l’11,1%, in quella del 1960 il 13%, mentre in quella nata negli anni 70 mi stima che circa il 21,8% delle donne non diventerà madre.
Molti sono i motivi che stanno alla base del fenomeno: chi ha avuto problemi di salute, chi ha procrastinato la maternità per diverse ragioni, vita affettiva instabile o precarietà lavorativa, e chi semplicemente non ha mai sentito il desiderio di avere figli. Insomma, le donne senza figli si dividono in donne non madri per circostanza e in donne non madri per libera scelta, in questo caso sarebbe più opportuno definirle childrenfree.
Molto spesso le ragioni della non maternità sono dettate da un insieme di fattori. Conciliare vita professionale e privata non sempre è facile, alcune donne dichiarano di avere in cima alla scala delle priorità la vita lavorativa e la carriera, e di dedicare il poco tempo libero ai propri interessi. Se a questo ci aggiungiamo la difficoltà di trovare il giusto partner, ecco che la percentuale maggiore di donne senza figli è accomunata dal fatto di non avere una relazione affettiva stabile o di non averla mai avuta.
In una società che celebra la genitorialità, il crearsi una famiglia come lo scopo più importante della vita, le childrenfree si ritrovano spesso a essere considerate una “categoria a parte”. L’idea che sta alla base di queste discriminazioni è che una donna con figli abbia più valore di una senza, come se quest’ultima fosse una “donna a metà”. Nella mentalità di molti c’è ancora lo stereotipo della donna-moglie-madre che spende tutto il suo tempo solo in favore della casa e della famiglia.
Esiste il libero arbitrio e ogni donna non può e non deve essere giudicata per le proprie scelte.
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