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Il nuovo film Netflix, Don’t Move, diretto da Brian Netto e Adam Schindler, affronta uno dei più profondi incubi dell’umanità: la paralisi in situazioni di pericolo. La protagonista, Iris, interpretata da Kelsey Asbille, si trova a dover affrontare una lotta disperata per la sopravvivenza dopo essere stata colpita da una sostanza paralizzante. Questo thriller psicologico non solo intrattiene, ma invita anche a riflettere su temi come la vulnerabilità e la resilienza umana.
La narrazione di Don’t Move si sviluppa in un arco temporale di soli 85 minuti, un elemento che intensifica l’esperienza dello spettatore. La storia si svolge in tempo reale, permettendo al pubblico di vivere ogni attimo di tensione e paura insieme a Iris. La scelta di un tempo narrativo così ristretto è stata voluta dai registi, che hanno sfidato gli sceneggiatori a creare situazioni sempre più difficili per la protagonista.
Questo approccio innovativo rende il film un’esperienza immersiva, dove ogni secondo conta e la suspense è palpabile.
La performance di Kelsey Asbille è al centro di Don’t Move. L’attrice ha dovuto affrontare la sfida di esprimere emozioni complesse senza poter utilizzare gran parte del linguaggio del corpo. La paralisi fisica del personaggio richiede una profonda introspezione e una capacità di comunicare attraverso sguardi e toni di voce.
Finn Wittrock, co-protagonista del film, ha elogiato la bravura di Asbille nel trasmettere sentimenti intensi nonostante le limitazioni fisiche. Questo aspetto del film non solo mette in risalto le abilità recitative, ma offre anche una riflessione su come la comunicazione umana possa andare oltre le parole e i gesti.