Bisognava aspettare l'estate per vedere una fiction interessante? Ieri sera su Canale 5 è andata in onda la prima delle 6 puntate di E poi c'è Filippo, miniserie diretta da Maurizio Ponzi, un esempio di prodotto italiano che merita di essere trasmesso in prima serata.
Certo, la trama richiama molto il celebre Rain man, ma l'idea di trattare il tema della diversità con elegante leggerezza mi ha convinto.
Il merito va dato in primo luogo a Neri Marcorè, convincente nel ruolo di Filippo, un giovane autistico afflitto dalla Sindrome di Asperger, ma un plauso va anche a Giorgio Pasotti, che nella serie interpreta il fratello minore di Filippo, e a Riccardo Garrone, da sempre raffinato e ironico attore.
La sceneggiatura interseca sentimento e giallo, in un mix che alla prima puntata si è rivelato vincente. Mediaset, come già accaduto nel passato recente, ha pubblicizzato poco questa serie, forse perchè troppo particolare per poterne prevedere i risultati.
E poi c'è Filippo era una sfida, come ha confessato lo stesso Marcorè pochi giorni fa; per quanto mi riguarda il primo scoglio è stato superato, ora non resta che affrontare gli altri cinque.
E' comunque fantastico vedere come Mediaset utilizza la serialità italiana: Carabinieri è un prodotto di punta, E poi c'è Filippo si tramuta in fiction tappabuchi: c'è qualcosa che non funziona nella tv italiana; o forse è meglio dire nel pubblico.
E poi c’Š Filippo, una miniserie interessante
Pubblicato il 08/06/2006 alle 10:49