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Noto a tutti per “L’urlo”, una di quelle opere note a tutti come la “Gioconda” o la “Notte stellata”. Scopriamo qualcosa in più su Edvard Munch, l’artista tormentato amato in tutto il mondo.
Chi era Edvard Munch
Edvard Munch ( Løten, 12 dicembre 1863 – Oslo, 23 gennaio 1944) è stato un pittore norvegese. Cresce con i genitori e quattro fratelli con i quali vive numerose disgrazie. La madre muore di tubercolosi, seguita da una delle sorelle, Johanne Sophie, con cui aveva un rapporto fortissimo.
In questo periodo si avvicina all’arte per sentirsi occupato accompagnato dalla passione per la letteratura, in particolar modo alla dimensione horror-psicologica proposta da Edgar Allan Poe. Questo ambiente gli provoca però un sonno interrotto da incubi e una salute messa spesso a rischio. Inoltre il padre affetto da comportamenti psiconevrotici lo segnano profondamente insieme alle crisi dei fratelli.
Gli studi e la formazione artistica
Riesce a uscire dalla situazione familiare difficile e iscriversi all’istituto tecnico di ingegneria ottenendo ottimi risultati. Qui scopre il disegno in prospettiva e capisce che è solo questo che lo appassiona realmente e quindi si iscrive alla Scuola di Disegno di Oslo. Qui segue diverse lezioni e inizia i primi ritratti e alcuni nudi e riceve influenze da Naturalismo e Impressionismo, ricordando molto i lavori di Monet.
Decide di partire per Parigi e partecipare all’ Exposition Universelle con “Il mattino” del 1884, inserito subito tra le eccellenze del suo paese. Durante la sua permanenza in Francia conosce numerosi artisti degni di nota che gli portano continui stimoli.
Il nuovo stile e la produzione berlinese
Tra le influenze artistiche subite a Parigi risulta fondamentale il lavoro di Paul Gauguin. L’influenza è palese con “Malinconia” del 1891 che rappresenta la scena di un giovane in primo piano immerso nei suoi pensieri. Quest’opera viene definito come primo prodotto del sintetismo norvegese.
Questo dipinto e le ottime critiche lo portano ad avere grande successo in Germania dove viene invitato ad esporre nella capitale tedesca. In questo periodo di fermento culturale realizza alcune delle sue opere più importanti. Tra queste “La morte nella stanza della malata” dedicato alla sorella. Qui crea anche il capolavoro che lo ha reso ulteriormente noto “L’urlo” conservato oggi nella Galleria Nazionale ad Oslo.