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L’omeopatia è oggi nota come una pratica priva di fondamento scientifico, quindi secondaria rispetto ai rimedi medici. Ha ottenuto però grande successo, soprattutto in alcune parti del mondo attraverso principi e metodi specifici. Scopriamo il ruolo di Edward Bach all’interno di questo settore.
Chi era Edward Bach
Edward Bach (Moseley, 24 settembre 1886 – Didcot, 27 novembre 1936) è stato un medico britannico. Nasce nei pressi di Birmingham, precisamente nelle West Midlands inglesi, per poi crescere in Galles insieme alla sua famiglia. Fin da piccolo si dimostra estremamente sensibile verso la natura, gli animali e qualsiasi essere vivente che lo circondi.
Fin da bambino sogna quindi di potersi dedicare agli altri diventando medico, e così una volta cresciuto studia e si laurea nel 1912 allo University College of London. Da questo momento passa molto tempo della sua vita in ospedale svolgendo con passione il praticantato. Inizia a comprendere in questi anni che a differenza dei colleghi, molto concentrati sulle malattie, lui desidera comprendere al meglio il paziente.
Edward Bach e l’inizio del percorso
Proprio questo approccio tradizionale lo porta ad abbandonare il reparto di chirurgia in cui si trova. Dopo un anno all’ospedale dell’università decide di passare al reparto di chirurgia d’urgenza presso un altro ente dovendo poi abbandondare anche questo per problemi di salute personali. In questo periodo si appassiona all’immunologia e così inizia a svolgere delle ricerce sui batteri.
Con l’arrivo della prima guerra mondiale riceve l’incarico di seguire i posti letto dell’ospedale di Londra, nonostante alcune difficoltà. Infatti in questo periodo rimane vedevo e in più i suoi problemi di salute peggiorano, tanto da portarlo allo svenimento nel corso di un’operazione chirurgica. In questa occasione scopre di avere un tumore alla milza che sembra offrirgli solo tre mesi di vita e questo lo porta a dedicarsi interamente ad attività di laboratorio con tanta voglia di sperimentare.
Edward Bach e le scoperte mediche
Si avvicina così all’omeopatia e il pensiero per cui il ruolo del malato sia fondamentale. Trova affinità con il pensiero di Hanemann, medico fondatore del pensiero omeopatico, distaccandosi però da pratiche che richiedono l’uso di erbe velenose e sostanze tossiche.
Durante le sue ricerche inizia a lavorare su nuovi vaccini, “nosodi”, che agiscono a partire da batteri che si trovano nell’intestino umano. Oltre a questi lavori, con cui ottiene grande popolarità nell’ambiente medico internazionale, si dedica anche ad alcune ricerche sui fiori. Scopre infatti alcune piante a cui viene attribuito un presunto potere benefico, tra cui il fiore che porta il suo nome. Arriva nel 1932 a scoprire quelli che ha chiamato i “dodici guaritori”, ovvero dodici fiori che possono agire sullo stato d’animo dei pazienti.