Se dovessimo disegnarli tratteggeremmo una figura china sulla tastiera, con la fronte tra le mani ? anche se i pi— tradizionalisti usano ancora la macchina da scrivere con una lettera obbligatoriamente consunta, oppure carta e penna: Š raro trovarli ancora con il calamaio – intenti a spremere gli spossati neuroni della creativit… costretti a quotidiane sovrumane fatiche.
Sono loro, gli scrittori, una specie sempre pi— florida che pare non conoscere pericolo d?estinzione. A quelli tradizionali ora si sono aggiunti i i comici televisivi, le soubrette- presentatrici-cantanti momentaneamente disoccupate, ma anche motociclisti e calciatori: un elenco infinito di professionisti che ormai godono di quella barra che prima era fiero appannaggio dei soli giornalisti/scrittori.
E pensare che tra i cantanti c?Š anche chi, con fierezza, ha affermato in un’intervista di non avere mai letto un libro in vita sua: neanche quello che porta la sua firma.
Ma allora non esistono pi— gli "originali", quelli che lo fanno di professione e che la mattina si alzano tassativamente tardi perch‚ la notte porta consiglio e bisogna approfittarne, ma che alla fine finiscono per fissare la luce della abat-jour per tutta notte (i tradizionalisti guardano la candela, i neoromantici la luna, i post-moderni i cristalli lcd o il neon)?
Difficile a dirsi, ma se banalizzando dovessimo trovare due "esemplari" tipo sui quali costruire uno stemma ricco di ramificazioni troveremmo due specie: quella di chi vuole apparire e quella di chi lo fa raramente.
Ma quest?ultimi sono merce rara, sono quelli che una mattina ti ritrovi per caso accanto mentre sorseggiano un caffŠ e che spingi per raggiungere lo zucchero sul bancone, senza sapere che quelle mani ancora sporche d?inchiostro non sono quelle di un tipografo, come hai appena pensato maledicendolo per l?intralcio, ma di chi ha scritto il tuo romanzo preferito (quello che lasci sul comodino e che spolveri tutte le sere prima di coricarti) e che Š stato sveglio tutta notte per regalarti il sequel.
Gli "ostentatori" invece non sono poi cos rari, sono quelli che impazziscono all?idea che la gente non li riconosca. In virt— di questo corrono subito ai ripari: ancor prima della trama del libro pensano alla foto da pubblicare sul retro, di solito talmente grande che in confronto quella di A.G. Pinketts vestito da indiano con un sigaro in bocca sembra una fototessera.
La loro giornata non passa alla ricerca del tempo perduto, ma alla ricerca dell?invito televisivo mancato o dell?intervista smarrita. Li vedi girare per i Festival letterari baldanzosi, con quell?aria da uomo che ha appena scritto il proprio capolavoro ed Š fiero di presentarlo al mondo, con il sorriso di chi sa far morire d?invida i colleghi, ormai obbligati a confessare la sua dimostrata superiorit….
Per meglio apparire agli occhi della gente si reca agli incontri pubblici vestito esattamente come nella famosa foto sul retro del libro, cercando di assumerne quanto pi— possibile la posa: le mani elegantemente riposte nelle tasche dei pantaloni con le pence, e quel dolcevita nero che si scorge al di sotto della giacca color cammello che dona il giusto posto nella gerarchia degli uomini di successo.
Ma a pensarci bene questi sono solo una parte irrilevante degli scrittori, perchŠ quelli veri si nascondono tra la popolazione italiana, quella che entra a pagamento (nel senso che paga per pubblicare il romanzo) ai Festival della Letteratura.
Che bello poter contare su un popolo di "scrittori s, lettori no".