«Il 30 novembre è come se io e mio marito avessimo ricevuto un pugno nello stomaco senza preavviso, un pugno così forte che ti toglie il respiro e ti gela il corpo all’istante» queste le prime parole che Elena Santarelli ha condiviso con i propri fan.
Giacomo, il primogenito avuto con il marito Bernardo Corradi, è molto malato. Il ragazzino, di soli 8 anni, sta combattendo contro uno dei mali più terribili che la vita possa presentare. Mamma Santarelli non specifica di quale male si tratti ma tutto fa pensare a un tumore al cervello: la showgirl vuole realizzare una ludoteca nel reparto neuro-oncologia pediatrica del Bambin Gesù di Roma.
«Ho sempre pensato che quando diventi mamma o papà sei automaticamente impotente», ha continuato la showgirl, «nel senso che non puoi mai proteggere i tuoi figli da tutto e tutti che prima o poi la mamma e il papà si sentono disarmati, e così quella sera si è materializzato questo pensiero, una diagnosi che un genitore non vorrebbe mai sentire pronunciare ai medici, ma con cui abbiamo dovuto cominciare a fare l’abitudine»
La showgirl, nel post, ringrazia tutti quelli che le sono stati, e le sono, accanto e che continuano a sostenere lei e la sua famiglia in questo periodo buio.
Non si conoscono le attuali condizioni del piccolo Giacomo, in quanto lei stessa non ha voluto divulgare notizie per tutelare il figlio.
«Se ho dimenticato qualcuno di importante», aggiunge, «sappiate che siete tutti nei nostri cuori, che questa battaglia la faremo tutti insieme e di sicuro la vinceremo.
Energia positiva genera energia positiva. Come disse Benigni “la vita è bella” e in quanto tale deve essere vissuta, tornando piano piano alla normalità senza paura. Più facile a dirsi che a farsi, ma deve essere così anche se la paura prende il sopravvento».
La Santarelli è ottimista ed è sicura di riuscire a vincere la lotta più difficile che la vita possa mettere sul cammino di una mamma. Inoltre, invita tutti i suoi followers a fare beneficenza e aiutare le associazioni, e le famiglie, che quotidianamente sostengono i bambini che soffrono.