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Elena Santarelli, conduttrice dell’ultima puntata de Le Iene, ha portato in scena un monologo molto profondo sull’essere madre. Il suo discorso ha preso il via dalla malattia del figlio e si è concluso con un appello molto importante alle mamme.
Elena Santarelli a Le Iene: il monologo
Chiamata a sostituire Ornella Vanoni, a casa con una brutta influenza, Elena Santarelli ha portato sul palco de Le Iene un monologo sull’essere madre. Come fatto dalle conduttrici che l’hanno preceduta, anche lei ha pronunciato un discorso legato alla sua esperienza di vita: la malattia del figlio Giacomo. Nel 2019 il bambino ha avuto un terribile cancro e il calvario che hanno vissuto ha portato al lieto fine: Jack è guarito.
“Questa sera non vi parlo della malattia di mio figlio, ma di come si torna a vivere durante e dopo la malattia. Io mi sono vergognata di farlo, ho sentito parole che mi hanno fatto sentire sporca tipo: ‘Ma come fai a lasciare tuo figlio solo?‘”, ha esordito Elena.
Elena Santarelli, Le Iene: il monologo sull’essere madre
Il monologo della Santarelli prosegue:
“Mi sono vergognata di tornare a lavorare, di uscire a cena con mio marito, persino andare dal parrucchiere quando ho sentito un’altra donna sussurrare: ‘Che ca**o ci fa qui la Santarelli? Io con un figlio malato starei a casa’. E a casa ci tornavo, mi buttavo subito sotto la doccia, per pulirmi dallo sporco che mi avevano appiccicato addosso. ‘Fai schifo’, mi dicevo, ‘ma cosa stai facendo?’. Grattavo via lo smalto appena messo sulle unghie perché mi sentivo male ad essermi presa un pezzo di vita per me. Quegli sguardi, quelle parole, ti dicono che c’è solo un posto dove puoi stare: al fianco di tuo figlio che si sta ancora curando. Quegli sguardi ti proibiscono di essere altro dalla malattia”.
Le parole di Elena sono un pugno allo stomaco, che dovrebbero far sentire una nullità tutte le persone che l’hanno giudicata.
Elena Santarelli, Le Iene: il monologo e l’invito alle madri
La conduttrice de Le Iene ha proseguito:
“C’è un’altra cosa che ti impedisce di tornare a vivere. È il senso di colpa per la fortuna che hai avuto, perché tante amiche che ho conosciuto in ospedale, mamme come me, oggi non hanno più i loro figli. E quella fortuna non sentivo di meritarla più di loro. Così ho cercato di nascondere la mia felicità, ma quelle mamme mi hanno detto ‘Non ti devi vergognare’ ed è solo grazie a loro, a Valeria, ad Elena e Valentina, che mi sono state accanto, che ho potuto tornare a vivere tutte le mie emozioni e finalmente mi sono liberata. (…) Non sentitevi sporche, non sentitevi in colpa. Mi sono sentita una madre sbagliata, ma non voglio farlo più e non fatelo neanche voi. Non abbiate paura di tornare a vivere“.
Non solo un monologo, ma una vera e propria lezione di vita.
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