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Emanuele Salce, attore, regista e figlio d’arte, ha visto esplodere la sua carriera negli anni 2000, grazie a diversi progetti cinematografici e teatrali.
Ripercorriamo insieme le tappe più salienti della vita e della carriera del regista.
Emanuele Salce: la vita e la carriera del regista
Emanuele Timothy Salce (conosciuto semplicemente come Emanuele Salce) è nato a Londra il 7 agosto 1966 sotto il segno del Leone e attualmente ha 56 anni.
Figlio del grande attore e regista Luciano Salce e di Diletta D’Andrea, Emanuele Salce ha concluso gli studi superiori diplomandosi in regia al Centro sperimentale di cinematografia nel 1991.
La sua carriera professionale vede Salce impegnato inizialmente come regista di documentari, in particolare per Videosapere e per il Dipartimento Scuola Educazione della Rai. Tra le altre cose, poi, nel primo periodo lavorativo è stato anche assistente alla regia di grandissimi nomi, quali Dino Risi, Ettore Scala, Marco Risi, Livia Giampalmo e Pasquale Squitieri. Durante tale periodo ha anche lavorato come attore, ma sporadicamente. È infatti il caso di Concorrenza sleale e Le barzellette.
Saranno però gli anni 2000 i tempi più fortunati per Emanuele Salce. La sua carriera attoriale si intensifica notevolmente e partecipa a progetti cinematografici importanti, come Colpo d’occhio, Il padre e lo straniero per la televisione, mentre per il teatro (altra sua grande passione), si contano La parola ai giurati, La baita degli spettri, Riccardo III e Il topo nel cortile.
Uno dei suoi progetti più sentiti è sicuramente Mumble Mumble (presentato la prima volta nel 2010), spettacolo teatrale di enorme successo, in cui Emanuele Salce – autore – racconta attraverso le tecniche del grottesco e del paradossi la sua situazione di orfano “doppio” di due padri artistici. Il primo, ovviamente, il suo padre biologico Luciano Salce; il secondo, invece, padre acquisito, Vittorio Gassman (con cui Emanuele Salce ha vissuto insieme dall’età di due anni, quando la madre Diletta è diventata compagna di vita di Gassman).
Mumble Mumble però non è l’unico lavoro che Emanuele Salce dedica al padre Luciano. Nel 2009, infatti, insieme ad Andrea Pergolari, racconta la figura del padre dopo vent’anni dalla sua scomparsa nel volume Una vita spettacolare e nel documentario L’uomo dalla bocca storta. Quest’ultimo è stato presentato al IV Festival Internazionale del Film di Roma, al Biografilm di Bologna e al Premio Sergio Amidei. Infine, ha anche ricevuto la menzione speciale come migliore documentario sul cinema ai Nastri d’argento del 2010.
Il padre raccontato: la storia di Luciano Salce e il progetto di testimonianza
Per chi non lo sapesse, il padre di Emanuele Salce, Luciano Salce, è stato deportato in un campo di lavoro durante la Seconda Guerra Mondiale, dove è rimasto fino alla conclusione del conflitto.
Nel 2019, in occasione dei trent’anni dalla morte del padre, Emanuele Salce aveva lavorato con molto impegno alla realizzazione di una mostra che lo riguardava, grazie anche all’aiuto dell’amico e collega Andrea Pergolari: fotografie, lettere, diari, erano stati esposti per fare luce su una delle parentesi più buie della storia del regista e, ovviamente, della storia del mondo.
Grazie al ritrovamento di una scatola di lettere, Emanuele Salce è riuscito a dare vita a qualcosa che nessuno dovrebbe mai dimenticare. Per quanto abbia fatto male, infatti, la storia deve offrire lezioni di vita e la memoria, come nel caso di Luciano Salce, non deve morire mai.
Vita privata di Emanuele Salce
Sulla vita privata e/o sentimenale di Emanuele Salce non si hanno informazioni particolari. Non si può dire con certezza se sia impegnato con qualcuno o se abbia figli.