Emma, la bimba nata da un embrione congelato 25 anni fa

Olga Luce

Olga Luce, nata a Napoli nel 1982, è diplomata al liceo classico. Scrive di cronaca, costume e spettacolo dal 2014. Il suo motto è: il gossip è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo (quindi tanto vale farlo bene)! Ha collaborato con Donnaglamour, Notizie.it e DiLei. Oggi scrive per Donnemagazine.it

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Un embrione congelato 25 anni fa ha dato vita a una bambina perfettamente sana.

Un caso come moltissimi altri simili che stanno incrementando esponenzialmente in America il fenomeno degli snow babies.

Una coppia di giovanissimi sposi che non potevano avere figli a causa dell’infertilità di lui ha potuto coronare il sogno di diventare genitori grazie alla donazione di embrioni da parte di donatori anonimi che sono ricorsi anni fa alla fecondazione in vitro.

Snow Babies

Quando una coppia ricorre alla fecondazione in vitro è normale che durante la procedura vengano fecondate molte uova.

Alcune di esse vengono impiantati nell’utero della madre, altri vengono tenuti di riserva qualora il primo impianto non vada a buon fine. E’ questo il motivo per cui, molte coppie che ricorrono alla fecondazione assistita decidono di donare gli embrioni in eccesso a quelle coppie che per motivi clinici non possono avere figli.

Gli embrioni vengono congelati a volte per settimane, spesso per mesi, più spesso per anni e a volte addirittura per decenni.

La capacità degli embrioni di dar vita a un feto perfettamente formato infatti non diminuisce con lo scorrere del tempo.

I bambini nati da embrioni congelati vengono affettuosamente chiamati “snow babies” ovvero “bambini di neve” o “bambini venuti dalla neve”.

Sono queste le premesse scientifiche da cui parte la storia di moltissime coppie americane, che sempre più spesso decidono di adottare questa procedura al fine di avere bambini che, anche se non sono geneticamente figli dei loro genitori, nascono dal grembo della madre adottiva.

Si tratta di una forma particolare di maternità surrogata, che ha aspetti stupefacenti e che si avvicina per certi versi a quella che fino a pochissimi decenni fa sarebbe stata considerata fantascienza.

Genitori di un embrione congelato

Tina e Benjamin Gibson sono due giovanissimi sposi del Tennessee. Entrambi hanno meno di trent’anni e hanno scoperto di non poter avere figli naturali a causa della fibrosi cistica di cui Benjamin è affetto.

In alcuni casi particolarmente gravi infatti questa patologia porta all’infertilità, e questo è il motivo principale per cui la coppia è, di fatto, sterile.

I Gibson, su consiglio del padre di Tina, hanno deciso di rivolgersi al National Embryo Donation Center, diretto dal dottore Jeffrey Keenan.

I due sposi hanno quindi trascorso molto tempo ad esaminare la storia clinica dei donatori di embrioni fino a scegliere l’embrione i cui genitori avessero caratteristiche genetiche simili alle proprie.

In questo modo il bambino o la bambina che sarebbero nati dall’embrione impiantato nell’utero di Tina avrebbe avuto delle sostanziali somiglianze con i genitori adottivi.

Alla fine i due futuri genitori hanno scelto un embrione congelato il 14 Ottobre 1992, cioè un quarto di secolo fa e poche settimane dopo la nascita di Tina.

25 Novembre: nasce Emma

L’operazione per impiantare l’embrione scelto nell’utero di Tina è andata a buon fine, anche se è stata prima necessaria una piccola operazione preliminare per asportare un polipo presente nell’apparato genitale della donna.

La gravidanza è andata avanti senza intoppi e dopo i canonici 9 mesi di gestazione è nata una bambina perfettamente sana a cui i genitori hanno dato il nome di Emma.

“In altre condizioni la persona nata da questo embrione avrebbe potuto essere la mia migliore amica!” ha dichiarato Tina ai giornali. Appare così ancora più evidente l’enorme passo avanti fatto dalla ricerca medica in questo settore rispetto al recente passato.