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Ecco la storia di Emma Goldman, attivista anarchica e femminista diventata un vero pilastro del XX secolo.
Chi era Emma Goldman
Emma Goldman (Kovno, 29 giugno 1869 – Toronto, 14 maggio 1940) è stata un’attivista russa naturalizzata statunitense. Nasce nell’attuale Kaunas (Lituania) e si trasferisce poco dopo a San Pietroburgo insieme alla famiglia con cui vive un’infanzia difficile. La figura del padre, infatti, è nota per essere molto autoritaria e severa, e la tolleranza verso gli ebrei è sempre minore e questo la porta a vivere grandi difficoltà.
All’età di quindici anni emigra negli Stati Uniti dove si avvicina al mondo della giustizia analizzando alcuni casi della città di Chicago. Inizia ad avvicinarsi al mondo dei lavoratori in sciopero prendendo parte a quello che è il movimento anarchico. Sconvolta dall’episodio dei rivoluzionari impiccati in piazza, decide di avvicinarsi alla loro causa e avere lo stesso coraggio che li ha portati a combattere per la giustizia, anche a costo di essere uccisi.
Emma Goldman e l’inizio dell’attivismo
Conosce quindi in questi anni Johann Most, un anarchico tedesco che vede in lei grande potenziale. Scopre che la giovane ha grandi doti oratorie e la incoraggia a realizzare delle conferenze in russo e anche in tedesco. In questo periodo conosce anche Alexander Berkman che diventa il suo fedele compagno di vita nonchè alleato nelle cause ideologiche.
Tra gli episodi più significativi della sua vita si ricorda quello delle fabbriche siderurgiche di Homestead. Nel 1892 il proprietario Henry Clay Frick decide improvvisamente di lincenziare alcuni operai e modificare i salari provocando grande scompiglio anche nella stampa più moderata. Durante uno sciopero alcuni operai vengono uccisi dalle guardie della fabbrica e così, Emma e Alexander decidono di vendicare la loro morte sparando a Frick. Il proprietario dell’azienda non muore, ma rimane gravemente ferito e da questo momento la Goldman entra nel mirino della polizia e della stampa.
Diventa una donna pericolosa e affascinante che prende parola nei più grandi teatri di Boston e New York fino ad arrivare in Canada. La polizia tenta numerose volte di impedirle di parlare sia interrompendo i suoi discorsi che facendo pressioni ai teatri. Nel 1907 riesce ad accrescere la sua attività prendendo parte al Congresso Internazionale Anarchico di Amsterdam dove conosce colleghi di tutto il mondo.
Emma Goldman e il femminismo
Anche nel corso del decennio successivo fa sentire la sua voce insieme a quella del compagno, questa volta opponendosi al militarismo derivato dallo scoppio della Prima guerra mondiale. Realizza la “Lega Anti-Coscrizione” per invitare i giovani a rifiutare la chiamata alle armi e disertare. Questo gesto gli costa il soggiorno e, una volta espulsi, sono costretti a tornare in Russia. Qui per un attimo pensando che il pensiero anarchico possa essere assimilabile a quello anarchico, ma così non è. Scopre infatti delle persecuzioni di Lenin e dei socialisti rivoluzionari contro il suo movimento.
Decidono dopo una serie di complicazioni di lasciare la Russia muovendosi quindi tra diverse città tra cui Stoccolma, Monaco ma anche Londra e Barcellona. Durante il corso della sua carriera non tratta solo di ideali anarchici, spesso tocca infatti il tema dell’emancipazione femminile. Parla dell’uso dei contraccettivi e del controllo delle nascite, un tema che verrà trattato anche dalle femministe americane tra cui Simone de Beauvoir.
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