Chi è Emma Bonino: storia della politica italiana

Storia della politica italiana Emma Bonino e del suo percorso formativo e professionale.

Emma Bonino ha fatto dell’amore per la politica e la cittadinanza il suo lavoro. Con una partecipazione attiva sia a livello governativo che associativo, è ricordata per l’impegno messo nel movimento femminista e nella tutela dei diritti dell’uomo nelle sue forme più disparate.

Chi è Emma Bonino

Emma Bonino (Bra, 9 marzo 1948) è una politica italiana. Cresce con i genitori Filippo e Caterina nella provincia di Cuneo a contatto con la natura nella fattoria di famiglia. Si trasferisce nel piccolo paesino inseguito al trasferimento lavorativo del padre che decide di intraprendere un commercio di legname.

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Si forma al liceo classico della sua città per poi trasferirsi a Milano dove frequenta l’Università Bocconi laureandosi nel 1972 in Lingue e letteratura moderna. Proprio in questi anni si avvicina alla politica inserendosi gradualmente nell’ambiente come esponente attiva.

L’inserimento nel mondo della politica

Entra in politica nel 1975 dopo aver fondato il Centro d’informazione sulla sterilizzazione e sull’aborto mostrandosi vicina ad un tema così scottante per il momento. L’anno successivo si candida come capolista del Partito Radicale e viene eletta alla camera a soli 28 anni. Nel 1979 viene eletta al Parlamento Europeo e negli anni successivi si dimostra attenta a numerose questioni sociali combattendo per i diritti civili nell’Europa dell’Est e lavorando per la creazione di una Corte penale internazionale.

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Fonda inoltre l’associazione “Food Disarmement International” nata con la volontà di combattere la fame nel mondo e tutelare il diritto alla vita, che presenta anche a Papa Giovanni Paolo II. Un’altra associazione che vede il suo impegno è “Non c’è pace senza giustizia” a sostegno del Tribunale pensale internazionale per l’ex Jugoslavia.

Dalla commissione europea alla creazione del partito

Negli anni Novanta ottiene il sostegno del centrodestra e diventa Commissaria Europea nel primo governo Berlusconi con Forza Italia. Il cambio di posizione e il sostegno dell’intervento militare in Kosovo la portano a perdere il sostegno dei pacifisti. Il suo impegno umanitario, soprattutto in Africa, le permette di mostrare un ritorno sui suoi passi e decide così di candidarsi successivamente con una lista da lei creata.

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Nel 1999 partecipa quindi alle elezioni in Europa con una lista del partito radicale ottenendo grande successo. Combatte in questi anni contro la pratica delle mutilazioni genitali femminili praticata in alcuni stati dell’Africa e trasferendosi a El Cairo per studiare la cultura araba. Con una vita politica inarrestabile torna a far parlare di sè nel 2019 quando presenta il partito +Europa alle elezioni.

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Scritto da Alessandra Coman

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