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Il racconto
Anche l’attrice Jennifer Lawrence, 27 anni, nel corso dell’evento “Elle, Women in Hollywood” è intervenuta sul “caso Harvey Weinstein” – che ha conosciuto personalmente -.
Non per dire che anche lei ha ricevuto proposte sessuali indecenti da parte di uomini potenti per far carriera nel mondo del cinema, ma per un’altra forma di abuso riguardante il suo aspetto fisico: il fatto che le sia stato chiesto, all’inizio del suo lavoro di attrice, a 18 anni, a dimagrire 6 -7 chili in due settimane per avere una parte. In particolare ricorda che una produttrice – una donna, dunque – l’ha fatta spogliare con tutte le altre 5 candidate che ambivano a quel ruolo e “che erano molto, molto più magre di me”; le ha fatte mettere “l’una fianco all’altra con solo una mascherina per coprire le parti intime” e “Dopo quel confronto degradante e umiliante, la produttrice mi ha detto che avrei dovuto usare le mie foto nuda come stimolo per mettermi a dieta”. Poi Jennifer riassume: “Dovevo farmi trattare così per preservare la carriera”. Casi di abusi e mobbing come in un “normale” ufficio da parte dei capi nei confronti dei dipendenti. Vere e proprie violenze psicologiche, oltre che fisiche, come abbiamo visto anche nel caso degli abusi sessuali.
Peggio che andar di notte, come si suol dire, fu quando la Lawrence si rivolse ad un altro produttore, che le disse: “Non capisco perché ti dicono che sei grassa, sei assolutamente scopabile”. “Devo ancora imparare che non devo sorridere quando un uomo mi mette a disagio. Mi rendo conto solo ora che ero in trappola”, ammette oggi.
Hanno parlato anche Emma Thompson e Reese Witherspoon
Molte sono le attrici che hanno parlato in questo periodo delle molestie sul mondo del lavoro, prime tra tutte quelle molestate da Weinstein. Per esempio la grande Emma Thompson, la quale ha ricordato che quando aveva 20 anni, ha dovuto più volte “tenere lontano le lingue di vecchi uomini dalla mia gola”.
Un racconto più dettagliato e drammatico ha fatto Reese Whiterspoon, attrice di “Big Little Lies”, la quale ha riferito che un regista aveva abusato di lei quando aveva 16 anni: “Anche io ho le mie brutte esperienze che in questi giorni sono tornate molto nitide nella mia mente, e che mi rendono difficile dormire – ha dichiarato – Trovo difficile pensare e comunicare molti dei sentimenti che ho avuto, come l’ansia, il senso di colpa per non aver parlato prima. Provo vero disgusto per il regista che mi ha molestato quando avevo 16 anni, e rabbia per gli agenti e i produttori che mi hanno fatto capire che il silenzio era la condizione per trovare lavoro. E vorrei potervi dire che è stato un episodio isolato nella mia carriera, ma purtroppo non lo è stato. Ho avuto diverse esperienze di molestie e di aggressioni sessuali, e non ne parlo molto spesso”. Reese ha però detto che tutte le attrici di Hollywood che in questi giorni hanno denunciato quanto subito, le “hanno fatto venire voglia di parlare, e di farlo forte, perché mi sento meno sola questa settimana di quanto mi sia sentita in tutta la mia carriera”. C’è solo da sperare – sempre che ci sia davvero questa speranza – che l’indignazione generale non si spenga e che qualcosa cambi. Non solo a Hollywood.