Equal Pay Day, dal 4 novembre le donne lavorano gratis

Evelyn Novello

Nata a Milano nel 1995 e laureata in Comunicazione pubblica e d'impresa. Nel 2016 mi sono avvicinata al mondo del giornalismo e da quel momento non più smesso di scrivere.

Tag: donne
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La differenza salariale tra uomini e donne è ancora un problema insoluto: dai dati emerge che questa si attesti, secondo una media europea, al 16%.

Ciò significa che è come se due mesi all’anno le donne lavorassero gratis, più precisamente dal 4 novembre. Questo giorno è diventato quindi l’Equal Pay Day, la giornata di sensibilizzazione sul divario salariale.

Equal Pay Day

Da oggi 4 novembre alla fine dell’anno le donne lavorano praticamente gratis. Secondo una media europea la differenza salariale tra uomini e donne è piuttosto marcata, circa il 16%, che possiamo quantificare in 39 giorni lavorativi che non saranno pagati alle lavoratrici.

Il giorno che segna questo triste passaggio è il 4 novembre di ogni anno e proprio per questo è stato chiamato Equal Pay Day. E proprio oggi è stato approvato in Commissione lavoro alla Camera il testo base sulla parità salariale proposto da Chiara Gribaudo del Pd.

“É una grande soddisfazione che proprio oggi, nella giornata europea dell’Equal Pay Day, siamo riusciti ad arrivare ad un testo unificato per le pari opportunità sul luogo di lavoro.

É il risultato di uno sforzo di condivisione da parte di più forze politiche che può dare una risposta importante alle donne lavoratrici italiane, contro l’ingiustizia del gender pay gap” ha dichiarato Gribaudo.

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Questo risultato è sicuramente un passo in avanti verso la soluzione di un problema che però, al momento, rimane ancora evidente. Secondo i dati Eurostat 2019, in Italia il divario tra la retribuzione maschile e quella femminile si attesta al 23,7%.

Secondo il World Economic Forum, l’Italia si trova al 125esimo posto su 153 per parità salariale e, secondo l’Istat, su 100 posti di lavoro persi, quelli femminili rappresentano il 55,9%.

Proprio oggi, 4 novembre, parte anche la campagna #StessaPaga lanciata da Prime Donne, scuola di politica di +Europa che chiede una retribuzione paritaria tra i generi. Prime Donne ha sottolineato la gravità del fenomeno: si stima che il gender pay gap nel settore privato sia del 20,7%, inserendo l’Italia al 18° posto su 24 paesi membri.

La percentuale di differenza più ampia si incontra però nei settori in cui è maggiore l’occupazione femminile, ovvero, servizi alla persona, industrie tessili, abbigliamento, arte e moda. Le donne sono presenti in quantità numerica superiore ma i lavoratori uomini sono retribuiti di più.

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