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Con numerose teorie e critiche al teatro è riuscito a dare una nuova svolta a quella che da sempre è definita come una delle forme d’arte per eccellenza.
Scopriamo la storia di Eugen Ionescu.
Eugen Ionescu (Slatina, 26 novembre 1912 – Parigi, 28 marzo 1994), è stato un drammaturgo rumeno. Cresce con madre francese con origini greche e rumene e padre rumeno a Parigi, dove si trasferisce un anno dopo la sua nascita. Qui vive l’esperienza della prima guerra mondiale che segna fortemente la sua infanzia.
Con il divorzio dei genitori torna in Romania e qui intraprende parte dei suoi studi e si appassiona al teatro. Nel frattempo si iscrive all’Università di Bucarest inizia a pubblicare i suoi primi testi e articoli, spesso anche molto critici. Accusa infatti i letterati rumeni di non essere abbastanza originali e li indirizza attraverso un pamphlet.
L’autore usa il teatro per analizzare il corso della vita e la tanto temuta morte.
La sua esplorazione del reale è considerata una vera e propria strada che conduce all’inferno e che porta all’inevitabile confronto con il ruolo della donna che affascina e disgusta allo stesso tempo. Ci si scontra poi con il poliziotto che rappresenta l’autorità ed è spesso incarnata nel padre e si deve cercare di trovare un equilibrio tra la violenza e la crudeltà e la grazia illuminata dalla luce.
A ciò si aggiungono una serie di strutture pratiche che derivano dagli spunti artistici offerti dal Dadaismo e il Surrealismo. Si avvicina inoltre allo stile teatrale scelto da artisti come Beckett e Adamov che raccontano la solitudine della condizione umana che nel caso di Ionescu è vissuta dagli uomini anche in mezzo a una folla.
Con la fine della seconda guerra mondiale il genere umano è profondamente scosso e confuso, dominato da un sentimento dell’assurdo che deriva dal corso degli eventi.
Emerge quindi una volontà di rinascita che viene realizzata attraverso nuove forme artistiche che trovano il modo di rinnovarsi.
Il Nuovo Teatro nasce esattamente con questa funzione e per via delle sue caratteristiche viene anche chiamato “Teatro dell’assurdo”.
Mette in discussione il teatro tradizionale rifiutando l’alone di realismo che è rimasto come segno distintivo per troppi anni. Inoltre, secondo Ionescu, un’opera non può avere solo scopo ludico, ma deve essere d’aiuto all’uomo nella comunicazione con l’altro.
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