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Illustre poeta del Novecento, il genovese Eugenio Montale ha vinto anche il Premio Nobel per la Letteratura.
Il poeta e scrittore Eugenio Montale è nato a Genova il 12 ottobre 1896 in una famiglia di agiate condizioni economiche. Consegue il diploma di ragioneria ma nel frattempo coltiva l’amore per la letteratura in biblioteca e partecipando di nascosto ai corsi universitari della sorella. Nel 1917 viene richiamato per il servizio militare e combatte in Trentino, per essere poi congedato tre anni dopo. Durante il dopoguerra si afferma progressivamente il fascismo, ma Montale lo osteggia subito e firma anche il Manifesto degli intellettuali antifascisti nel 1925.
Nel frattempo pubblica una delle sue opere più famose, la raccolta di versi Ossi di seppia.
Due anni dopo si trasferisce a Firenze per lavorare come editore presso la casa editrice Bemporad e nel 1929 dirige anche il Gabinetto scientifico letterario Vieusseux, incarico dal quale verrà licenziato dieci anni più tardi perché non iscritto al Partito fascista. Firenze in questo periodo storico è la culla di numerose riviste letterarie, con le quali Montale collabora, tra le quali la famosissima Solaria.
Nel 1948 Montale si sposta a Milano dove lavora per il Corriere della sera e si occupa di traduzioni e di letteratura anglo-americana. Proprio nella città lombarda, nel 1956, verrà pubblicata la raccolta di poesie La bufera. In seguito pubblicherà altre raccolte e nel 1975 gli verrà assegnato il Premio Nobel per la letteratura, con la seguente motivazione:
Per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni.
Montale muore il 12 settembre 1981 a causa dei problemi derivati da una vasculopatia cerebrale.
Eugenio Montale ebbe numerose donne nella sua vita, che divennero sue muse ed entrarono spesso nella sua poesia. La più famosa è sicuramente la scrittrice Drusilla Tanzi, sua moglie, sposata nel 1962 (un anno prima della sua morte) dopo decenni di convivenza. Nelle poesie di Eugenio Montale la Tanzi è chiamata affettuosamente Mosca, a causa della sua miopia.
A lei è dedicata una delle poesie più belle e conosciute del poeta genovese:
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Montale però ebbe anche altre muse come Anna degli Uberti, conosciuta quando il poeta era in giovanissima età, oppure Irma Brandeis con la quale Montale ha una storia d’amore.
L’americana è resa nelle sue poesie con il nome di Clizia e a lei sono dedicate numerose poesie di Montale.