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Fabio Cantelli è stato un ospite e portavoce di San Patrignano e oggi è uno scrittore e vicepresidente del gruppo Abele, l’onlus fondata da Don Luigi Ciotti che si occupa di tossicodipendenza, emarginazione e aiuto ai migranti. In questo periodo è anche conosciuto per essere uno dei protagonisti della docu-serie Netflix SanPa.
Chi è Fabio Cantelli
Fabio Cantelli Anibaldi è nato a Gorizia nel 1962. Ha studiato filosofia a Bologna e ha trascorso anni nella comunità di San Patrignano di cui è stato ospite e poi responsabile dell’ufficio stampa. Trasferitosi poi a Torino, ha lavorato in una libreria ed è stato co-direttore della rivista Narcomafie e redattore dell’Infedele di Gad Lerner. Oggi lavora al Gruppo Abele di Don Ciotti che si occupa di tossicodipendenza, emarginazione, progetti di aiuto alle vittime di tratta e migranti, e ne cura i testi pubblicati. Ha poi deciso di far parte della giuria del concorso letterario “LiberAzioni”, rivolto alle persone detenute. Diverse le sue pubblicazioni come scrittore: nel maggio 1996 pubblicò per Frassinelli La quiete sotto la pelle, nel 2013 per le Edizioni Gruppo Abele ha pubblicato con Carlo Sini La verità è un’avventura – Conversazioni sulla filosofia e sulla vita e nel 2014 una voce di Atlante delle dipendenze, volume a cura di Leopoldo Grosso e Francesca Rascazzo.
Il legame con San Patrignano
Il nome di Fabio Cantelli è conosciuto ultimamente soprattutto per la sua partecipazione alla docu-serie SanPa che tanto sta facendo discutere, dedicata alla comunità di San Patrignano fondata da Vincenzo Muccioli nel 1979. Nella comunità Fabio Cantelli è rimasto un totale di 10 anni prima come ospite e poi come portavoce e responsabile dell’ufficio stampa. Della sua esperienza a San Patrignano Cantelli aveva già parlato nel 1996 nel suo romanzo La quiete sotto la pelle, oggi introvabile, che racconta, nel suo ultimo anno di permanenza, la storia della comunità in taglio autobiografico.
Nella comunità Cantelli arrivò nel 1983 e iniziò lì un percorso accidentato con fughe e ritorni che finì poco prima della morte di Muccioli. Dai 17 anni Cantelli faceva uso di eroina e cocaina, iniziando quasi per caso dopo aver conosciuto una donna, ma la comunità lo portò alla liberazione dalla dipendenza. Trasferitosi a Torino per amore, approdò al Gruppo Abele accolto da Don Ciotti ed è lì che ha avuto l’occasione di applicare le attitudini sviluppate in comunità. In SanPa il racconto della comunità si basa su interviste ad ex membri, come Andrea Delogu, e persone che hanno vissuto a stretto contatto con Muccioli, cercando di mostrare luci e ombre di quella realtà.