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Fabio Fazio rimane in Rai, ma il suo stipendio non sarà più quello di una volta.
Lo hanno deciso le alte sfere amministrative dell’azienda, che hanno stabilito di decurtare in maniera significativa il compenso del conduttore di Che Tempo Che Fa. Si tratta di una forma “punitiva” per il conduttore che è diventato simbolo di una casta televisiva dagli introiti assolutamente fuori scala? Secondo l’azienda no, ma le cose dal di fuori sembrano davvero differenti.
Che la Rai sborsasse cifre astronomiche per tenere Fabio Fazio al comando di Che Tempo Che Fa era ormai un fatto risaputo.
Lo aveva sbandierato in più di un’occasione Matteo Salvini, lo aveva confermato direttamente Massimo Giletti, passato a La Sette proprio per problemi nei rapporti diretti con la televisione nazionale.
Gli attacchi a quello che sembrava essere diventato lo strapotere di Fazio sono continuati con l’annullamento delle ultime puntate di Che Tempo Che fa e con lo spostamento del conduttore a Rai 2, dove il neo direttore Carlo Freccero è pronto ad accoglierlo a braccia aperte.
Oltre allo spostamento alla seconda rete però, Fazio ha dovuto subire quella corposa riduzione di stipendio che era auspicata da politici e colleghi. Il presentatore ha dichiarato di aver accettato di buon grado la misura economica stabilita dalla dirigenza Rai, soprattutto a causa del fatto che si tratta di una misura necessaria all’equilibrio finanziario dell’azienda e che non tocca soltanto lui.
In realtà, rendendosi probabilmente conto del fatto che il suo stipendio rappresentasse un’uscita molto onerosa per l’azienda, Fabio Fazio aveva dichiarato più volte e pubblicamente di essere disponibile alla decurtazione del suo stipendio proprio al fine di essere considerato “una risorsa e non un problema” per l’azienda con cui collabora da moltissimi anni e di cui è diventato uno dei volti più autorevoli in assoluto.
A dimostrazione che non si tratta di una “misura ad personam” ma di un provvedimento generalizzato rivolto a tutti i principali anchorman Rai, l’amministratore delegato Salini ha disposto riduzioni sostanziali anche agli stipendi di Bruno Vespa e Carlo Conti, a loro volta considerabili nomi di eccellenza del servizio pubblico televisivo.
C’è da chiedersi se, dopo questi interventi a gamba tesa sugli stipendi più eccellenti, la Rai metterà in atto una scelta che, secondo Massimo Giletti, sarebbe la più corretta per un’azienda pubblica.
Nel corso di un intervento al veleno nel programma Belve, in onda sul canale Nove, Giletti si è infatti recentemente spinto ad affermare che l’azienda televisiva nazionale dovrebbe fissare un tetto massimo oltre il quale gli stipendi non possano spingersi.
Il motivo per cui il presentatore di Non E’ L’Arena è così accanito nell’accusare i suoi precedenti datori di lavoro è da ricercare in alcune dichiarazioni che non saranno certamente passate inosservate a Viale Mazzini: Giletti ha spiegato di aver richiesto in passato un aumento simbolico degli stipendi dei propri collaboratori (100 Euro mensili) e che Rai rifiutò categoricamente.
La stessa Rai che nel frattempo riempiva fino a scoppiare il conto in banca di Fabio Fazio.