Giorno dopo giorno vi stiamo tenendo informati sugli sviluppi dell'inchiesta che vede coinvolti Fabrizio Corona e Lele Mora.
Dopo le foto di Silvio Sircana e quelle di Barbara Berlusconi oggi non vogliamo riportare episodi spiacevoli di paparazzate e di ricatti fotografici, quanto piuttosto informarvi sull'impero economico di Fabrizio Corona.
Impressionante, e soprattutto sconosciuto al fisco. Prendiamo spunto da qui per vedere di capire qualcosa in più su questo mondo parallelo che ha portato Corona e Nina Moric ad essere imprenditori ricchi. Molto ricchi. Ma in realtà nullatenenti per il fisco.
Chi pagherebbe 40 mila euro per una società che ne fattura zero, ne perde cinquecento e la cui unica voce dell’attivo è un «credito verso clienti» di 20 mila euro? Risposta: Nina Moric, ex modella molto avvenente ma poco avveduta. A vendere è stato il marito Fabrizio Corona, adesso in carcere. Per rendere il tutto più complicato, la Moric compra la società da Corona quando il caso vallettopoli sta per scoppiare, il 30 novembre scorso.
Già da queste prime notizie sembra chiaro il giochetto. Ma proseguiamo.
Perchè spendere 40 mila euro per una società – il nome è Carlos, come il figlio della coppia – con un fatturato nullo negli ultimi due bilanci disponibili e nessuna attività registrata, se non un vecchio credito di 20 mila euro in scadenza entro il 2006?
Quando vende la società alla moglie incassa 40 mila euro. Ma quando 2 anni e mezzo prima, nel 2004, ne compra il 50 per cento da Francesco Guzzi paga solo 5 mila euro.
Non male, una rivalutazione del 400 cento in poco più di due anni per una società che fattura zero. Ad assistere Corona in entrambe le operazioni è il notaio milanese Luciano Quaggia. Guzzi, l’ex socio di Corona nella Carlos, è un personaggio noto alle cronache mondane. È a sua volta socio e stretto collaboratore di Lele Mora (negli uffici della Lm è noto come «Fragolino»).
Non solo: […]Zero è il fatturato della Carlos dopo che ne diventa l’unico proprietario – l’anno prima fatturava 25 mila euro -, zero è il numero scritto nella sua dichiarazione dei redditi, zero è il suo stipendio da amministratore della Corona’s, la società dalla quale partivano i fotoricatti.
E questa va decisamente meglio della Carlos. Con il fatturato che passa dai 900 mila euro del 2003 ai 2,1 milioni del del 2004, fino ai 4,1 milioni del 2005. Notevole anche l’utile (79 mila euro nel 2003, 222 mila nel 2004, 150 mila del 2005). Ma Corona, primo azionista e amministratore unico, non percepisce alcun compenso, almeno formalmente.
[…] Le quote della srl sono quasi tutte intestate ad una fiduciaria, la Unione Fiduciaria del gruppo Popolare di Lodi.
Secondo quanto accertato dai magistrati, dietro alla fiduciaria ci sono i coniugi Corona. La parte restante, lo 0,1 percento, è intenstata direttamente a Corona, che l’ha comprata nel marzo del 2005 dal commercialista milanese Fabio David Debenedetti. Anche qui, almeno stando alle carte ufficiali, Corona ha dimostrato una notevole abilità per gli affari. Quella quota, pur piccola, di una società che fattura oltre 4 milioni e con un rapporto tra mol e ricavi doppio del settore, l’avrebbe pagata solo 10 euro.
Il resoconto de La Stampa è molto dettagliato. Gli inquirenti, tuttavia, hanno in mano molto di più. Noi una domanda ce la poniamo. Assistiamo quotidianamente a giochetti e trucchetti volti all'evasione fiscale, alcuni sono più clamorosi altri meno. Partendo dagli scontrini e arrivando ai bilanci delle aziende ne abbiamo sentite di tutti i colori. Qui però ci si è spinti oltre.
Come potevano pretendere di passarla liscia presentando questo tipo di resoconti al fisco? Come potevano anche solo pensare che un giorno qualcuno non sarebbe andato ad indagare? E questo indipendentemente dallo scandalo dei ricatti.
Se non fosse saltata fuori questa storia, comunque, prima o poi, la Finanza avrebbe bussato comunque alla porta della Corona's.
C'è qualcosa che non torna. O erano sicuri di non essere beccati perchè avevano conoscenze utili – cosa che fino ad oggi non è mai saltata fuori – oppure erano degli sprovveduti e basta. La seconda ipotesi non ci sembra possibile, la prima non è mai stata dimostrata.
La risposta non è per nulla chiara.
Magari qualcuno ha le idee più chiare di noi.