Fabrizio Frizzi, padre a 55 anni, sapeva fin dalla nascita di sua figlia Stella che avrebbe dovuto condensare il più possibile il tempo da dividere con lei.
Oggi l’intervista rilasciata a Vanity Fair cinque anni fa ha un sapore dolce-amaro.
Aveva scoperto che sarebbe diventato padre nei giorni di Ferragosto, l’unico periodo di vacanza che aveva deciso di concedersi nell’arco dell’intero anno. Lui e Carlotta Mantovan, che all’epoca era soltanto la sua compagna e non sua moglie, erano al settimo cielo.
Frizzi raccontò all’epoca che aveva quasi perduto le speranze di diventare padre, e che si era rassegnato a non mettere la soddisfazione della paternità tra le gioie di cui la sua vita era stata comunque piena.
La notizia lo aveva colto naturalmente alla sprovvista e fin dal principio della gravidanza di Carlotta aveva fatto di tutto per essere un padre studioso, cominciando a documentarsi assieme alla futura mamma sul difficile mestiere di genitore.
“Diventare padre a 55 anni è un atto di altruismo” aveva detto, riferendosi probabilmente alla gioia che aveva regalato a sua moglie. In molti avevano criticato la sua scelta di diventare papà alla soglia dei sessanta, destinando un figlio a una lunga vita di solitudine.
Il più grande desiderio di Fabrizio Frizzi padre e uomo era quello di farsi conoscere da sua figlia il più possibile, per evitare che sua figlia fosse costretta a conoscerlo attraverso i racconti di altri.
Aveva quindi cercato di essere presente il più possibile, di immortalare ogni momento significativo con video e fotografie, per condensare in poco tempo tutte le gioie che normalmente vengono diluite nel corso di una lunga vita.
Era questo il modo in cui Fabrizio Frizzi intendeva ripagare la fortuna, che gli aveva arriso rendendolo padre nonostante non fosse più tempo. Aveva promesso a se stesso che avrebbe cercato di essere il padre migliore possibile per tutto il tempo che gli sarebbe stato concesso.
Non immaginava all’epoca che sarebbe stato così poco.
Riferendosi alla notizia dell’arrivo di Stella l’aveva definita “una schicchera di entusiasmo e morte”, cioè un contrasto immane e continuo tra una gioia oltre misura e la consapevolezza che la maggior parte della sua vita era già passata. Per la prima volta, spiegò, riusciva a guardare la vita dalla prospettiva dei suoi genitori e si sentiva molto più vicino a loro di quanto fosse stato in precedenza, soltanto da figlio e non da padre.
All’epoca della nascita di Stella si vociferava addirittura sul fatto che Frizzi potesse essere chiamato a condurre Sanremo. Per quanto il periodo della nascita di Stella (che nacque in Maggio) non coincideva con il periodo tradizionale della Kermesse, Frizzi affermò senza pensarci due volte che, se anche avesse dovuto ricevere la proposta lavorativa della vita mentre Carlotta era prossima al parto, avrebbe rinunciato senza battere ciglio pur di essere presente nell’istante della nascita di sua figlia.