Fashion Week, perché è stata scelta Milano come città della moda

Olga Luce

Olga Luce, nata a Napoli nel 1982, è diplomata al liceo classico. Scrive di cronaca, costume e spettacolo dal 2014. Il suo motto è: il gossip è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo (quindi tanto vale farlo bene)! Ha collaborato con Donnaglamour, Notizie.it e DiLei. Oggi scrive per Donnemagazine.it

Condividi

Fashion Week e Milano costituiscono da decenni un binomio indissolubile, ma non tutti sanno quali sono state le condizioni storiche, economiche e sociali che hanno trasformato il capoluogo lombardo nella città della moda italiana.

Si trattò di una fortunatissima serie di coincidenze che gli artisti della moda e gli industriali dell’epoca seppero sfruttare nel miglior modo possibile.

La nascita della moda italiana

Milano non è nata come città della moda: il percorso che ha portato il capoluogo meneghino a diventare un punto di riferimento internazionale per il fashion di tutto il mondo è stato molto lungo, travagliato e complesso.

Tutto cominciò a Torino nel 1935, nel momento in cui gli imprenditori della città decisero di fondare L’Ente Nazionale della Moda Italiana.

L’ente torinese era nato con l’obiettivo di pubblicizzare la qualità delle creazioni di moda italiana e, ovviamente, di espandere economicamente l’intero settore.

Grazie anche agli sforzi dell’Ente Nazionale della Moda Italiana, negli anni del boom economico (cioè tra il secondo dopoguerra e gli anni Sessanta), importanti eventi di moda si tennero in molte città italiane come Milano, Roma e Venezia. All’epoca però la maggior parte della produzione di moda italiana si concentrava a Firenze, dove operavano moltissimi sarti di grandissima abilità.

A Firenze nel 1951 si creò il primo vero ponte della moda tra l’Italia e gli Stati Uniti, grazie all’evento First Italian High Fashion Show. L’obiettivo dell’evento era presentare ai compratori americani i prodotti più attuali dell’alta moda italiana che, all’epoca, aveva fatto innamorare l’America grazie ai film girati a Cinecittà.

Milano città della moda

Con l’andar del tempo le varie città della moda italiana si divisero i compiti: Roma si concentrò principalmente sull’alta moda, Firenze alla moda sartoriale realizzata in esclusive boutique artigiane mentre Milano e Torino, forti della propria vocazione industriale, cominciarono a produrre abiti in serie sfruttando misure standard: era nata la moda prêt-à-porter.

A Milano, negli anni del Boom, si concentravano anche le principali case editrici italiane, che diedero al tema della moda moltissimo spazio, dedicando al fashion le prime riviste di settore. Grazia, Amica, Vogue, Cosmopolitan e Annabella nacquero negli anni Settanta.

La nascita della Milano Fashion Week

La manifestazione che diede origine a quella che oggi conosciamo come Milano Fashion Week si chiamava Milanovendemoda e si tenne in un tendone da circo appena fuori città.

Negli anni Ottanta tutti i maggiori stilisti italiani cominciarono a farsi conoscere a livello internazionale, arrivando a vestire star del jetset hollywoodiano: Valentino, Ferrè, Armani, Versace diventarono dei veri e propri giganti dell’industria del fashion mondiale.

Dopo il boom degli anni Ottanta, in cui la moda guardava a Milano come punto di riferimento nazionale per l’industria del settore, il capoluogo meneghino dovette affrontare lo scandalo di tangentopoli: la fama internazionale della città subì un colpo terribile, ma il settore della moda riuscì a rimanere quasi indenne.

Negli ultimi vent’anni Milano ha dovuto rassegnarsi a perdere il proprio primato mondiale di città della moda: oggi le Fashion Week di Parigi e di New York competono per splendore con quella italiana, ma non possono comunque reggere il paragone con la sua storia.