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Nel secondo dopoguerra Fausto Coppi, insieme al rivale Gino Bartali, hanno scritto la storia del ciclismo italiano.
Fausto Coppi
Da tutti è considerato una leggenda del ciclismo italiano, come dichiarò anche Eberardo Pavesi, suo direttore sportivo, durante un’intervista:
Ho conosciuto tra i primi Fausto Coppi. Era ancora proprio un ragazzino. Mi avevano parlato bene di lui, ma di gente che parla bene dei corridori se ne incontra un sacco. Quando lo vidi sulla bicicletta compresi che era un tipo da tenere d’occhio. Lo dissi anche a Bartali, che allora era il caposquadra della Legnano. Da quel giorno l’ho sempre seguito e difeso. Nel 1940 fui il suo direttore sportivo quando vinse il Giro d’Italia. Nella tappa dell’Abetone, da Firenze a Modena, conquistò la maglia rosa e riuscì a tenerla fino a Milano. Anche allora qualcuno disse che poteva essere una meteora, e ciò accadde anche durante quel Giro, nel momento in cui, sulle Dolomiti, si trovò qualche volta in difficoltà. Aveva 21 anni e qualche debolezza era logica e comprensibile. Comunque, che fosse un campione, era indubitabile.
Il campione Fausto Coppi è nato a Castellania, in Piemonte, il 15 settembre 1919 e svolge la sua carriera da ciclista professionista dal 1939 al 1959, vincendo numerose gare ciclistiche a livello mondiale come il Tour De France e il Giro d’Italia. Famosissima la sua rivalità con l’altro campione della bicicletta, Gino Bartali. Fausto Coppi era spesso soprannominato l’Airone, perché sulla bicicletta era velocissimo come se volasse.
La morte
Tragica fu la morte di Fausto Coppi: nel dicembre del 1959 infatti si reca in Burkina Faso per una corsa ciclistica seguita da battute di caccia, una delle altre passioni del ciclista. Insieme a lui altri sportivi francesi e inglesi. Coppi condivide la tenda con il francese Raphaël Géminiani: entrambi contraggono la malaria a causa delle numerose punture di zanzara. Mentre il francese però, entrato in coma, viene curato per la malaria e salvato, Fausto Coppi morirà a causa della diagnosi sbagliata dei medici nonostante i familiari di Géminiani li avessero avvisati riguardo la malaria contratta in Burkina Faso. Il campione del ciclismo aveva soli quarant’anni e al suo funerale partecipano circa cinquantamila persone.
Fausto Coppi e Gino Bartali
Nel secondo dopoguerra la rivalità tra i due ciclisti italiani forse più importanti di sempre era sulla bocca di tutti. In particolare la loro rivalità sportiva si attuò negli anni Quaranta e Cinquanta, essendo Bartali più vecchio di qualche anno rispetto a Coppi. Bartali ha vinto 3 Giri d’Italia a fronte dei 5 di Coppi; entrambi hanno vinto due Tour de France mentre per la Milano-Sanremo Gino Bartali si è aggiudicato 4 vittorie contro le tre di Fausto Coppi. Quest’ultimo ha dichiarato a proposito del suo rivale:
Bartali è stato ancora, e lo rimarrà a lungo, il mio più forte rivale. È sempre un grande campione e, anche per questo, soprattutto per questo, sono contento di averlo battuto.