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Il rapper Fedez ha rivelato di essere stato operato per un “raro tumore neuroendcrino del pancreas”. In merito all’operazione, si è espresso il primario di Chirurgia del pancreas dell’ospedale San Raffaele di Milano, Massimo Falconi, che ha operato il cantante.
Fedez, primario San Raffaele: “Dal tumore si può guarire”
Il primario di Chirurgia del pancreas dell’ospedale San Raffaele di Milano, Massimo Falconi, ha fornito alcune spiegazioni in merito al tumore diagnosticato al rapper Fedez e a causa del quale il cantante è stato recentemente operato.
A questo proposito, infatti, il professor Falconi ha dichiarato: “I tumori neuroendocrini del pancreas sono una minoranza. Hanno una prognosi diversa, generalmente migliore, rispetto all’adenocarcinoma, il tumore al pancreas più famoso che purtroppo ha una pessima prognosi ancora oggi”.
Il primario di Chirurgia del pancreas del San Raffaele di Milano, quindi, ha precisato che non sempre è necessario procedere con l’operazione chirurgica in caso di patologie affini a quelle diagnosticate a Fedez: “L’intervento non è la prassi: dipende da paziente a paziente, nonché dallo stadio in cui la neoplasia si trova nel momento in cui viene fatta la diagnosi. Il messaggio da dare è che si tratta di un tipo di tumore che, rispetto all’adenocarcinoma pancreatico, ha fortunatamente maggiori possibilità di cura”.
Terapie per curare i tumori neuroendocrini del pancreas
In occasione di un’intervista, inoltre, è stato chiesto al primario Massimo Falconi se sia possibile guarire dal Tumore Neuroendocrino (NET). La risposta dello specialista è stata la seguente: “Si hanno migliori possibilità di guarigione con le opportune terapie. Ovviamente, tutto è connesso alla precocità della diagnosi: quanto prima questa avviene, tanto maggiori sono le possibilità di cura. Non è un messaggio ottimista, ma reale”.
Il medico ha anche sottolineato che simili tumori possono verificarsi a qualsiasi età, come dimostra per l’appunto il caso di Fedez.
Per quanto riguarda le terapie con le quali vengono trattati i tumori neuroendocrini, invece, Falconi ha illustrato: “I NET sono stati i precursori della target therapy, le terapie oncologiche ‘personalizzate’ a bersaglio molecolare. Il motivo è che questo tipo di tumore produce un recettore ormonale che dal punto di vista terapico è come se fosse la serratura di una porta: inserendo la giusta chiave, siamo in grado di regolare la crescita delle cellule tumorali, rallentandola o arrestandola. Accanto a questa terapia, c’è poi la Prrt, un particolare tipo di radioterapia molecolare mirata, e le chemioterapie. Ci sono diverse opzioni terapeutiche, che consentono di avere una prognosi migliore a cinque anni per i pazienti: è una buona notizia”.