Chi era Ferdinand Porsche: storia della casa automobilistica

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Ferdinand Porsche è stato un grande ingegnere e imprenditore del XX secolo.

Scopriamo la sua storia, dalla prima idea al successo consolidato.

Chi era Ferdinand Porsche

Ferdinand Porsche (Maffersdorf, 3 settembre 1875 – Stoccarda, 30 gennaio 1951) è stato un ingegnere e imprenditore di origini austriache. Cresce in una famiglia cattolica della Boemia settentrionale e dopo la scuola professionale si trasferisce a Vienna nel pieno della belle époque.

Una volta nella capitale lavora in due diverse compagnie elettriche e nell’ultima produce carrozze per la casa imperiale e i reali di Romania, Norvegia e Svezia. Si inserisce in un momento storico di forte modernizzazione in cui si assiste alla diffusione dell’automobile. Sfrutta così l’arrivo dell’Esposizione Universale per proporre un suo grande progetto: il primo veicolo ibrido a trazione integrale.

I primi anni nel settore automobilistico

Con il suo progetto vince una gara e sarà la prima di tante vittorie nel mondo dei veicoli. La sua auto, che prende il suo nome, riesce a raggiungere i 140 km/h, una velocità incredibile per l’epoca. Presenta inoltre nel 1922 la “Sascha”, un auto da competizione con 1.100 cm³ di cilindrata e propulsore a 4 cilindri.

L’anno successivo viene assunto come direttore tecnico della Daimler-Motoren-Gesellschaft di Stoccarda e ben presto si avvicina alla Mercedes. Nel 1931 però si corona il suo vero sogno: fondare lo studio di progettazione Porsche a Stoccarda.

Gli anni del nazismo e la fabbrica di auto

Negli anni ’30 si dedica alla creazione di un auto monoposto dedicata al Gran Premio che vince nelle competizioni europee degli anni successivi.

Con l’avvento di Hitler al governo inizia un importante progetto dal nome “macchina del popolo”. La collaborazione con il partito nazista prosegue durante la seconda guerra mondiale poichè il suo talento viene sfruttato dal partito.

Nel 1945 viene catturato dai francesi che lo incarcerano per aver collaborato con Hitler. Viene liberato grazie all’intervento di Piero Dusio con cui crea un accordo per la Formula 1. Tornato in pista fonda la fabbrica di automobili firmata “Porsche”.

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