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Da trent’anni Fiammetta Borsellino si batte affinché la verità su quanto accaduto quel 19 luglio 1992 in via d’Amelio al padre Paolo Borsellino e alla sua scorta possa venire a galla e possa, una volta per tutte, essere fatta giustizia.
Sono passati trent’anni esatti dalla strage che ha fermato l’Italia e Fiammetta Borsellino non rinuncia a educare e sensibilizzare i più giovani e le più giovani a una vera cultura della legalità. Che cosa sappiamo di lei? Andiamo a scoprire qualcosa in più sulla sua vita pre e post 19 luglio 1992, quando lei, tra l’altro, aveva solamente 19 anni.
Fiammetta Borsellino è nata nel 1973 dall’unione in amore tra il giudice Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto.
Non è figlia unica, ma ha due fratelli: Manfredi Borsellino (1971), diventato commissario della polizia di Stato a Palermo, e Lucia Borsellino (1969). Il nonno materno è Angelo Piraino Leto, ex magistrato e presidente del Tribunale di Palermo.
Da sempre molto legata alla sua bella Palermo, Fiammetta non ha mai pensato di abbandonarla, anche dopo il tragico evento che le ha portato via il suo amato padre, Paolo Borsellino. Lei stessa ha dichiarato più volte:
“Non è Palermo che l’ha ucciso. Io non ho mai pensato di lasciare questa città come peraltro non fece mai neanche mio padre in quegli anni. Nutro una passione viscerale anche se piena di conflitti nei confronti di questa città”
Lei, che è la più riservata dei tre fratelli, ha però da sempre lottato per scavare nella storia e fare giustizia su un fatto, a detta sua, oggi abbastanza strumentalizzato.
Sappiamo che il suo rapporto con il giudice Borsellino era un rapporto qualunque e normale tra padre e figlia; lui aveva educato i figli all’ascolto, al dialogo e aveva trasmesso loro i valori dell’umiltà e del rispetto. Andavano d’accordo e lei stessa ricorda che prima che venisse assegnata la scorta al padre, nel 1984, ella viveva esattamente come tutti i giovani e le giovani.
Non ha mai temuto per la vita del padre fino ai 19 anni, sebbene la famiglia si impegnò fermamente a tenere lontana da casa l’aura tenebrosa e la paura aleggiante.
Fiammetta Borsellino aveva 19 anni quando avvenne la strage di Via d’Amelio che le portò via il padre. Dopo quel dolore così enorme e dopo avere terminato gli studi, Fiammetta decise e accettò di lavorare per il Dipartimento Servizi Sociali del Comune di Palermo, come figlia di vittima della mafia.
Fiammetta Borsellino voleva solo essere “Fiammetta” e non “la figlia di”, sebbene fosse alquanto complesso come passaggio da compiere, dato che l’evento fu talmente tragico da sconvolgere un intero paese.
Dopo quasi 17 anni di servizio presso il Comune di Palermo, Fiammetta decide di lasciare il posto fisso e di dedicarsi ad altro, con la volontà primaria di testimoniare il valore della legalità agli studenti e alle studentesse delle scuole superiori.
Sulla vita privata di Fiammetta Borsellino non conosciamo molto; essendosi dedicata (e dedicandosi tuttora) alla questione legata alla strage di Via d’Amelio, poco si conosce di “altro” che la riguardi.
Una cosa è certa: Fiammetta Borsellino non si arrenderà mai e continuerà con tutte le sue forze e insieme alla sua famiglia a fare sì che la verità venga a galla e sia fatta giustizia.